Olimpia Sant’Arpino, settore giovanile del Napoli, Cavese, Foggia, Pescara, Napoli tra il 2009 e il 2012. Questa l’escalation di Lorenzo Insigne caratterizzata tra l’altro dalle apparizioni nell’Under 20, nell’Under 21 e dall’esordio nell’Italia di Prandelli. Una escalation meritata per tanti motivi, una escalation che ha tante cause che si sono perfettamente “sposate” e hanno portato Insigne ad essere individuato come uno dei giovani più promettenti del panorama calcistico nazionale.
Le cause. Innanzitutto, madre natura che l’ha dotato di caratteristiche calcistiche non comuni. A seguire, la fortuna che Peppe Santoro l’ha notato e, contrariamente a quanto aveveno deciso altri club importanti, ha convinto il Napoli ad acquistarne il cartellino per 1.500 euro. Ancora: la famiglia, la famiglia Insigne. Non può essere certamente casuale se nell’epoca in cui viviamo, sempre più insidiosa e pericolosa, i quattro fratelli Insigne, Lorenzo, 21 anni, Roberto, 18, Marco, 17, e Antonio, 24, giocano tutti a pallone. Al di là dei rispettivi meriti calcistici, un aspetto è fondamentale: alle spalle dei quattro fratelli del gol c’è una famiglia, ci sono un papà ed una mamma meravigliosi che hanno saputo educarli, indirizzarli, plasmarli, renderli forti alle tentazioni di vario genere.
Tornando alle cause che hanno portato all’exploit di Lorenzo sottolineerei anche la serietà che contraddistingue l’uomo e il calciatore-Insigne: senza grilli per la testa, sinora sempre equilibrato, a dimostrazione che si può avere l’età di venti anni e non montarsi la testa dopo qualche prima pagina di giornale, dopo qualche servizio radio-televisivo.
Infine, evidenzierei l’umiltà e il sorriso di questo ragazzo. Soprattutto il suo sorriso che ne caratterizza quasi sempre, come ha sottolineato Peppe Santoro, ogni discorso.
Saper giocare al top a pallone è un dono di natura, tutto il resto è stato “costruito” bene negli anni grazie ad una solida famiglia. Complimenti. Lorenzo è magnifico soprattutto per questo.