Ecco i punti salienti della tavola rotonda ‘Napoli e il Napoli’, organizzata da Radio Marte da un’idea del responsabile della redazione sportiva, Vittorio Raio. In studio ci sono Paolo Graziano, presidente dell’Unione industriali, l’ex questore Vicario, Gianni Fiorentino, Maurizio Marinella, neo presidente del Circolo Posillipo, i giornalisti Ivan Zazzaroni e Italo Cucci e Bruno D’Urso, presidente dell’ufficio dei Gip di Napoli. Il presidente Aurelio De Laurentiis è in diretta telefonica da Los Angeles. “Ringrazio gli ospiti – spiega De Laurentiis – possiamo parlare in maniera tranquilla e distesa della città Napoli ma anche della squadra”.
INTRODUZIONE. Comincia Maurizio Marinella, uno degli imprenditori più importanti della città e neo presidente del Posillipo: “L’anno prossimo festeggiamo 100 anni di attività. Siamo orgogliosi”. Poi tocca a Paolo Graziano: “Il calcio deve essere preso d’esempio per Napoli, mi auguro che questa trasmissione diventi un appuntamento fisso. Napoli è il Napoli: la città deve seguire la scia del calcio. Sarebbe l’augurio più bello per la nostra città”. Ecco l’ex questore Vicario, Gianni Fiorentino: “Voglio ringraziare Vittorio Raio per l’invito, l’augurio di Graziano è da condividere. Napoli sta cambiando, il tema della sicurezza è fondamentale e non ha bandiere politiche. E’ la pre-condizione per ogni rilancio e devo dire che in questo senso i tifosi si sono comportati bene”. Tocca al presidente Aurelio De Laurentiis. “Francamente quando sono arrivato nel calcio non conoscevo nulla del gioco. Per quanto riguarda il mondo dell’impresa cavalcavo da 40 anni questo ruolo. Sono stato presidente mondiale dei produttori audiovisivi e francamente avevo trovato una grande facilità ad essere un visionario. Poi il tempo ha dimostrato che non ero folle, ma ho visto giusto. Già il secondo anno scoppiò Calciopoli e io andai dalle istituzioni a dire cosa non funzionava. Dalla risposta, ho capito che nel calcio c’erano poteri forti che poi è un problema tutto italiano. Per questo io sono lontano dalla politica che ci ha regalato un gran caos e un grande dissesto finanziario”. Tocca ad Italo Cucci: “Sono a Napoli da tempo. A volte, i napoletani hanno una vena amara quando si parla di calcio. Per me è bello e divertente. Fa discutere senza offendere”.
IL NAPOLI E IL POSILLIPO. De Laurentiis parla subito di Rafa Benitez e svela un retroscena: “Personalmente ho contattato dieci allenatori. Poi avevo fissato un appuntamento per un venerdì con Villas Boas che però doveva partire per una tournee negli Stati Uniti. Avevo chiamato pure con Benitez che mi ha convinto di più: è abituato alle difficoltà ed è abbastanza monogamo. Sono andato in Inghilterra con Bigon e Chiavelli: abbiamo parlato tre ore e sembrava che ci conoscessimo da sempre. Mi ha fatto mangiare un mare di patatine, ci ha ricevuto nella casa del suo secondo alla periferia di Londra e ci siamo messi subito d’accordo. Non c’è stata una lunga negoziazione. Ci sono voluti pochi minuti per questo, poi ci siamo dilungati su cosa vogliamo fare nella prossima stagione”. Previsti anche degli interventi telefonici. Il primo è Francesco De Luca, responsabile sport de ‘Il Mattino’ che chiama in causa Maurizio Marinella, neo presidente del Posillipo: “Sono stato socio dall’età di 4 anni – spiega Marinella – ho sentito forte il richiamo del Posillipo. Voglio rilanciare il circolo che è la casa dello sport. Coltiviamo tante discipline, soprattutto quelle veliche”. De Laurentiis propone una joint-venture: “Il Napoli potrebbe fare una mini-sponsorizzazione per le iniziative del Circolo Posillipo”. Ivan Zazzaroni chiede a De Laurentiis lumi sul mercato, tema ricorrente di questa tavola rotonda: “Il budget del mercato è in relazione al fair play finanziario. Se dovessimo cedere Cavani, questi 63 milioni verrebbero investiti in calciatori. Adesso sappiamo di dover sostituire Campagnaro e di dover giocare con la difesa a quattro, abbiamo bisogno di un centrocampista con caratteristiche diverse rispetto al lavoro impostato da Mazzarri. Stiamo cercando una pedina molto importante, abbiamo bisogno di un attaccante, una seconda punta da mettere sulla destra da mettere assieme al nostro Pandev. Stiamo concretizzando il discorso già in queste ore. Cerchiamo pure un portiere, ma non per sostituire il nostro De Sanctis. Vogliamo introdurre un secondo che stiamo già negoziando che può essere utile tra qualche anno”. Cucci parla dell’investimento estero di De Laurentiis: “Vorrei comprare una squadra a Londra partendo dalle serie inferiori. Vogliamo esportare il marchio Napoli pure negli Stati Uniti e il Brasile. Potrebbe essere questo il regalo dei miei 70 anni”. Su Cavani, De Laurentiis fa il punto: “Il Chelsea mi chiamerà in queste ore. Il fratello ha detto che resterà a Napoli. Sono felicissimo se decide di restare, ma se dovesse decidere di andare, ce ne faremmo una ragione. Saremmo pronti a sostituirlo”. Graziano chiede a De Laurentiis se il supporto della città è adeguato: “Dovrebbe essere organizzata in maniera più competente per quanto riguarda i fondi dell’Europa che vanno utilizzati: mi riferisco alla mostra d’Oltremare, allo stadio San Paolo, bisogna investire anche per creare lavoro. In Italia non si riesce mai a fare niente, per questo sto pensando di lasciare questo paese”. Il concetto è ribadito da Marco De Marco, direttore de ‘Il Corriere del Mezzogiorno’: “Il problema è nazionale – aggiunge De Laurentiis – il sindaco dovrebbe essere un manager per fare le cose senza tener conto delle maggioranze. Lo stipendio dovrebbe essere di un milione di euro e non di 4.700 euro mensili. Servirebbe, ripeto, un grande manager che se sbaglia viene messo in galera per 25 anni”. Si torna a parlare di calcio: “Amo molto il Giappone, ma non posso fare troppi esperimenti, devo provare a vincere lo scudetto”. Raffica di Cucci e Zazzaroni per De Laurentiis su tanti argomenti: “Mazzarri-day all’Inter? Sono felicissimo per lui, viva Mazzarri. Quando ho capito che sarebbe andato via? Dopo i primi sei o sette mesi del suo mandato: non riusciva ad inserirsi in un contesto di napoletanità. Ho cercato di tenermelo. L’ho costretto a firmare un contratto per altri due anni, poi non potevo pretendere altro. Ho continuato la finzione scenica per evitare di sgonfiare lo spogliatoio in vista del secondo posto. Benitez, invece, è molto napoletano: ci sentiamo tutti i giorni, stiamo un’ora al telefono, ci diamo del tu. Mi sembra una persona delicata: coniuga l’eleganza napoletana a quella inglese. La famiglia resterà a Londra perché le figlie devono frequentare l’Università di Cambridge. E’ uno molto determinato”. Capitolo stadio: “Il San Paolo? Se dipendesse dal sindaco, già avremmo trovato un accordo: lui è legato al Consiglio Comunale e non so cosa gli passa per la testa. Se entro il 30 giugno, non avrò la possibilità di comprare il San Paolo, ho il sindaco di Caserta che mi aspetta a braccia aperte. C’è già il terreno: in 7-8 mesi costruisco un impianto di 55mila posti. Non posso più aspettare i giochi e i giochetti. Abbiamo avuto tanti problemi: sconosciuti sono entrati negli spogliatoi e hanno rubato diverse cose, il custode è stato denunciato da me qualche anno fa perché aveva una santabarbara ed era un dipendente comunale”. Capitolo giovani talenti: “Voglio una squadra inglese proprio per sperimentare i giovani senza disturbare l’allenatore del Napoli. Se l’El Kaddouri di turno gioca 40 partite è un conto, se ne fa 6 è un altro. I prezzi dei biglietti? So bene quanto il calcio costi troppi. Il San Paolo è stato meno caro di altri. Quando ci sono state le partite non di cartello, noi abbiamo venduto le curve a 10 euro. Abbiamo messo anche gli sconti per le donne e i minori. Il problema dello stadio è un altro: un determinato pubblico di livello non viene per le cattive condizioni dell’impianto, le curve invece sono sempre presenti, i Distinti no. Stesso discorso per le Tribune Posillipo e Nisida, quindi non è solo una questione di prezzo. Insigne? Non sono riuscito a vedere il gol all’Inghilterra, sono al telefono dalle 4 del mattino, dopo lo farò”. Interviene Massimo Corcione, direttore di Sky Sport: “Il modello tedesco? Il calcio italiano è avanti alla Germania per quanto riguarda gli introiti dei media, è indietro per le strutture degli stadi”. Ancora Zazzaroni incalza sul mercato: “Spero di annunciare il primo acquisto da qui ad una settimana. Mazzarri mi ha insegnato molto? Avrebbe voluto fin dalla prima serata spiegarmi come si gioca. Io ho preferito parlare d’altro. L’Inter società amica? L’amicizia non passa certo per le persone come Branca, con le quali non parlo più già da un anno. C’è sicuramente tra me e Moratti. Se esiste non si cancella, a meno che non ci siano fatti gravi. Moratti è un signore, non vedo per quale motivo io debba risentirmi del suo operato. Fa il presidente come crede: sta nel calcio da molti più anni di me. Zuniga non va all’Inter e resta al Napoli. Non lo vendo neanche per 25 milioni”. Bruno D’Urso stuzzica il patron sul futuro del calcio: “Sono contro la Fifa e l’Uefa: l’organizzazione calcistica va cambiata. Siamo società d’impresa e non si può andare avanti così. Se costruiamo l’Eca, deve servire a qualcosa. Non c’è un modello univoco per tutti quanti”. Si continua sul mercato: “Fellaini o Cerci? Sono due bravi giocatori: uno più anziano, l’altro più prospettico con ruoli leggermente diverso. Il secondo di Benitez? Pecchia è una persona di tutto rispetto e piace pure a Benitez. Dovrebbe essere lui. Chi vorrei incontrare alla prima di campionato? Vediamo prima il calendario della Champions, cerchiamo di armonizzare tutti gli impegni. Lo scudetto? Magari, io ci punto, ma la concorrenza è nutrita. Già arrivare tra le cinque è importante. Ho un allenatore nuovo che ha bisogno di tempo. Il rinnovo di Hamsik? Ha un contratto di quattro anni, glielo porteremo a cinque, ma è davvero una bandiera del Napoli”. Giochino sugli obiettivi di mercato: “Javier Mascherano? Acqua. Edin Dzeko? Fuoco. Probabilmente annuncio un attaccante al più presto. Skrtel? Acqua. Marquinhos e Lamela? Non sono inavvicinabili. Li ho trattati direttamente con l’Unicredit, dove c’è un certo signor Fiorentino che voleva vendermi Osvaldo. Non l’ho voluto, io volevo Lamela e Marquinhos: gli ho offerto 40 milioni per entrambi. Poi mi sono chiesto se ne valesse la pena. Hamsik è una persona che vuole stare a Napoli, altri no anche se Cavani è molto garbato, altrimenti sarebbe andato via già l’anno scorso. La rosa sarà completa: 20 giocatori, 3 portieri e due giovani. Più rivalità con l’Inter o con la Juve? Quella con i bianconeri è storica, quella con i nerazzurri può essere falsata e potrebbe creare nervosismi inutili. Cominciamo a calmare le acque: giochiamoci questo campionato in maniera distesa. Noi siamo il Napoli. Le nuove maglie? C’è una sorpresa fantastica. Vedrete”.