Come esperienza e come valore della squadra e dei singoli il Napoli era ed è superiore al Bilbao, una squadra neanche di caratura internazionale, ma ha vinto il Bilbao. Ha vinto una formazione formata da tutti baschi contro una formazione inizialmente multietnica con un solo italiano e neanche un napoletano. E non è solo un dato statitistico in quanto il Napoli, tra le altre carenze, ha dimostrato anche di non avere un’anima e un carattere tali da permettergli almeno di non avere paura al San Mames. Il Napoli è sceso in campo con un undici fatto per sette decimi di calciatori con caratteristiche offensive ed è stato costretto a giocare sulla difensiva per quasi tutta la gara. Con risultati disastrosi in quanto la fase difensiva non è nel dna di Benitez e neanche della squadra. E’ vero, la campagna di compravendita del Napoli è stata sinora nulla o quasi, ma l’eliminazione poteva essere tranquillamente evitata se il Napoli avesse avuto un allenatore all’altezza di questa situazione e non con la testa proiettata prevalentemente al proprio futuro. Mi risulta che a Benitez non sarebbe dispiaciuto di andare via già a giugno scorso.
Ha vinto il Bilbao per la condizione fisica, la mentalità, il carattere, per un migliore assetto in campo, per una maggiore duttilità tattica e soprattutto per avere un allenatore meno presuntuoso e meno integralista. E che, tra l’altro, prima del match di andata non ha detto una frase che a tutti è apparsa come un distillato di autolesionismo: “Se dovessimo uscire dalla Champions non sarà una tragedia”. Valverde ha parlato di “partita della morte”. Rafa con poche parole ha tutelato (molto male) se stesso e ha fatto del male alla società (trenta milioni di euro in meno di introiti), ai tifosi (puniti passione e prestigio) e alla squadra di fatto demotivata, impaurita, spaccata negli intenti e in campo. E pensare che stiamo parlando di un allenatore di caratura e di esperienza internazionali…
Non è una tragedia aver perso trenta milioni?
Non è una tragedia aver mortificato i 700 tifosi presenti al San Mames e i milioni di fans che hanno visto il match in televisione?
Non è una tragedia aver schierato ancora una volta una squadra che sa fare solo una cosa: andare all’attacco quando l’avversario glielo consente?
Non è una tragedia schierare l’impresentabile, catastrofico Britos?
Non è una tragedia avere uno spogliatoio dove ciascuno pensa soprattutto ai personali problemi senza un vero spirito di squadra?
Non è una tragedia rivedere Callejon, uomo di Benitez, spento e demotivato?
Non è una tragedia aver lasciato alle rivali Juventus e Roma dieci milioni di euro a testa ed aver fatto godere i tifosi delle due squadre?
Non è una tragedia soffrire in modo tanto evidente la pressione del Bilbao, avere un atteggiamento passivo e giocare quasi sempre con il baricentro basso affidandosi a sterili lanci lunghi?
Non è una tragedia vedere Albiol commettere un errore da dilettante allo sbaraglio?
Non è stata una tragedia aver subito sette palle-gol ed averne creata solo una dovendo vincere la partita?
Non è una tragedia aver schierato un squadra d’attacco, vederla difendere in prevalenza e non apportare una piccola modifica tattica?
Non è una tragedia vedere che c’è chi si accorge SOLO OGGI che il Napoli non ha la fase difensiva? Più intelligente chi aveva visto tale carenza da MOLTO tempo o più capra chi si ostina a non vedere quello che ora è evidente a tutti?
Non è una tragedia dire “siamo forti” (intervista di ieri sera a Sky) e poi vedere i forti annientati in tutto e per tutto da calciatori meno forti, ma più motivati e meglio messi in campo?
Non è una tragedia non aver onorato la Champions ed esserne usciti mortificati?
Non è stata una tragedia aver detto nella conferenza stampa a Bilbao “Comunque vada il futuro sarà nostro”? Quesito: perchè Benitez non ha pensato al presente? Forse perché tutela in modo maldestro il presente, non sarà nel Napoli nel futuro e quindi il problema non gli appartiene.
Non sarà stata una tragedia, certamente è stata una pessima prestazione quella di Benitez e dei suoi con errori e orrori dei singoli e dell’allenatore sia prima di giocare che quando la squadra è stata messa sotto in tutti i sensi.
Vero che il Napoli è stato quasi assente sul mercato, non è stato acquistato nessuno da Napoli, che Benitez ha continuato a chiedere centrocampisti offensivi e attaccanti dimenticando la fase difensiva, ma nel preliminare di Champions il Napoli avrebbe comunque dovuto avere la meglio sul Bilbao.
La tragedia è avere un allenatore che continua a sottovalutare il problema difensivo nonostante la severa lezione ricevuta nella sua prima stagione al Napoli (Juve 23 gol incassati, Roma 25 e Napoli 39). La tragedia è che Benitez non ha accettato di legarsi ancora al Napoli nonostante la generosa offerta del presidente. Questo lascia capire che il Napoli deve già iniziare a pensare al dopo Benitez. “Siamo forti”, ha detto Benitez. In assoluto non lo sono per l’Europa, né per il campionato dopo aver perso Reina e aver perso Behrami con tutti i difetti dello svizzero: era l’unico a tutelare una difesa monca e poco omogenea e che continua a schierare Britos dannoso anche ieri sera: avrebbe dovuto scalare su Aduriz e non partecipare al blocco su Maggio. Possibile che uno bravo come Benitez non abbia capito che a De Laurentiis avrebbe dovuto chiedere SOLO la riconferma di Reina e l’acquisto di due fortissimi elementi: un difensore alla Fabio Cannavaro e un centrocampista alla Rino Gattuso.
Servirà a Benitez questa uscita dalla Champions? Qualcosina lo capiremo già domenica a Marassi. Sarà servita la lezione? Ne faranno tutti tesoro? Io me lo auguro di cuore e spero in una confortante prestazione con successo a Genova. Altrimenti (ovvero se certi atteggiamenti, il modo di interpretare l’incontro come tattica e come singoli, la mancanza di un’anima e di un’identità dovessero essere ancora presenti) sarebbe meglio dirsi addio prima di guai ben più seri per il Napoli. Non sarà una tragedia se Benitez dovesse andare via da Napoli. Tra gli altri, c’è Mancini libero.