Igor Protti e Walter Mazzarri, un rapporto che nasce da lontano. “Nel 2003 ero determinato ad appendere le scarpe al chiodo, il mister venne a casa mia per convincermi a giocare ancora”, svela l’ex attaccante ai microfoni di ‘Marte Sport Live’. “E quell’anno riportammo il Livorno in A dopo 50 anni. È un grande allenatore, lo sta dimostrando. Un grande motivatore, un uomo che vive di calcio 24 ore su 24, la persona giusta per guidare il Napoli verso i primi quattro posti. Non è detto che riesca nell’impresa, ma non dimentichiamoci dov’era la squadra quando si è accomodato in panchina”. Tra i toscani gli azzurri ritroveranno una vecchia conoscenza, Claudio Bellucci, che di Protti è stato partner d’attacco nella disgraziata stagione 1997-98: “Eravamo due attaccanti con caratteristiche simili, dovemmo adattarci in un ruolo inedito”, racconta Protti. “Claudio dovette fare la prima punta, io fui costretto ad agire quasi da trequartista. Nonostante i tanti problemi, Bellucci fece dieci gol. È arrivato a Livorno con grande entusiasmo, ha voglia di dimostrare che non è un giocatore finito come qualcuno vorrebbe lasciare intendere”. L’ex centravanti non vuole fare pronostici, ma rimarca: “Da qualche tempo a Livorno non c’è più l’entusiasmo di qualche anno fa, lo stadio non è più un fattore trascinante. Sul suo campo però sa farsi rispettare. Il Napoli è la squadra più in forma del campionato assieme al Milan, fa paura anche senza Lavezzi e Quagliarella, resta un avversario di tutto rispetto”. Infine una sorpresa: “Domenica al Picchi ci sarò anch’io, per gustarmi la partita e per una giusta causa. Collaboro con l’Unicef da tanti anni e domenica allo stadio è prevista una raccolta di fondi per i bambini di Haiti”.