Ottimo Napoli, ma la fase difensiva resta il tallone d’Achille

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L’arbitro Rocchi, a Torino, appare in confusione, in totale isteria, manifestando limiti evidenti. Nessuna sorpresa.
Totti, a Torino, si accorge che la Juventus dovrebbe disputare un campionato a parte in quanto “da anni vince così”. Finalmente!
Mazzarri, a Firenze, raccoglie i cocci dell’Inter e registra lo stato di crisi. E aspetta il Napoli.
Al San Paolo Quagliarella non esulta, nuovamente, dopo un gol, un bellissimo gol realizzato contro il “suo” Napoli. Inattaccabile.
Il presidente della Samp, Ferrero a Genova dà nuove dimostrazioni di estrosità, continua il suo show. A volte sembra un clown.
Conte, nelle convocazioni, ignora Maggio e Insigne. Incommentabile soprattutto per aver ignorato Lorenzo.
In televisione battibecco tra Allegri che provoca e Sacchi che replica stizzito. Sconcertante.
In Inghilterra l’elegante Wenger perde il suo aplomb e spintona Mourinho, colpevole di averlo sempre messo in seria difficoltà. Impensabile, ma vero.
A Parigi sfuma sempre di più l’immagine in panchina di Blanc e si comincia a vedere la sagoma di Mancini. Preventivabile.
Mentre avviene tutto questo, a Napoli continuiamo a registrare i mancati arrivi di Manolas, di Iturbe, di Nainggolan, e, ancora una volta, che il Napoli ha una fase offensiva ottima anche se sbaglia tante occasioni da rete, ed una fase difensiva mediocre, solo leggermente migliorata da quando c’è Gargano che corre ovunque, protegge e si batte con coraggio leonino. Ciò detto, va dato atto agli azzurri di aver vinto la terza partita di seguito, la più insidiosa, di aver preso tre punti alla Roma, di costruire palle-gol in quantità industriale. Resta il mistero dei primi venti minuti timorosi, impacciati, con il baricentro molto basso contro il Torino. E la conferma che la fase difensiva è il tallone d’Achille del Napoli soprattutto con un Albiol sempre più spento.