Mazzarri: "In attacco gioca soltanto chi è più in forma"

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Napoli – Napoli era un po’ nel suo destino. “Quando ero il secondo di Ulivieri, pensavo di voler tornare da allenatore”. Quasi una profezia. Che qualcuno ha provato ad ostacolare: “Mi consigliavano di rifiutare, era una situazione difficile. La piazza era depressa. Io, invece, ho accettato proprio per questo”. E ha realizzato qualcosa di straordinario. Trentaquattro punti in diciannove partite. La parola ai numeri, insomma: “Solo Inter, Milan e Roma hanno fatto meglio di noi. Abbiamo lo stesso ruolino di marcia del Palermo”. Poi il saldo è in attivo: “Dieci lunghezze di vantaggio sulla Samp, nove sul Genoa, sette sul Genoa”. E la serie di pareggi non cambia la realtà: “Vediamo chi abbiamo affrontato e come. Credo che questo periodo sia ancora positivo”. Ma non basta ancora. Mazzarri vuole migliorare. Quindi servono i gol. La premessa è fondamentale: “Da oggi in poi, giocherà soltanto chi sta meglio. I meccanismi oramai li conoscono tutti, non c’è niente di precostituito. A Siena, ad esempio, ho sostituito Denis e non Quagliarella con Lavezzi perché pensavo che Fabio potesse risolvere con la zampata giusta. Ma se avessi visto la prestazione sul campo, avrei dovuto sostituire lui. Da adesso, dunque, vedrò soltanto gli allenamenti e la partita. Chi non sta bene, si accomoda in panchina”. Anche il tridente più Hamsik, dunque, è una possibilità: “Per farlo, devono correre tutti e fare le due fasi, altrimenti è inutile”. Ma è comunque una soluzione in corso d’opera. Difficilmente il Napoli presenterà Hamsik, Lavezzi, Quagliarella e Denis dal primo minuto. Qualcuno, dunque, uscirà. Mazzarri sceglierà in base alla partita. Denis o Quagliarella il dualismo maggiore. Il tecnico non si sbilancia. Entrambi hanno pregi e difetti: “Il Tanque ha avuto continuità dopo l’infortunio del Pocho, è stato generoso, ma la percentuale realizzativa è stata bassa. Con la Roma – però – ha fatto bene e devo tenerne conto”. L’analisi, dunque, deve essere lucida. E ce n’è anche per Fabio: “Quagliarella potrebbe interpretare il ruolo come Denis, solo che preferisce muoversi per cercarsi il pallone. Per me può anche farlo, ma bisogna migliorare i meccanismi. Almeno in tre devono entrare in area di rigore ed inserirsi, altrimenti è inutile. L’ho detto a tutti, anche al Pocho, quando non ha il pallone, lo voglio più vicino alla porta”. Forse manca un pizzico di spinta sulla fascia sinistra: “Per questo abbiamo preso Dossena, solo che non l’ho mai potuto impiegare, ma non diamo la colpa ad Aronica che è davvero generoso”. Ingredienti necessari, insomma, per un grande finale di stagione: “Non guardiamo la classifica e pensiamo soltanto a noi. Dobbiamo giocare meglio degli avversari e non fissarci troppo sul gol. E’ un periodo di vacche magre, mi auguro che passi presto, così torneranno anche i risultati. Noi dobbiamo fare il massimo e non conosciamo ancora i nostri limiti. Cerchiamo di vincerle tutte”. A cominciare da Bologna: “Ce la stiamo sempre giocando in trasferta, questo è già un fattore importante. E’ il sintomo di un salto di qualità”. Il discorso ritorna sulla Champions: “Dobbiamo essere seri, non possiamo dimenticare i valori di tutte le squadre. La Juve ha gli stessi punti, ma ha un organico superiore. Noi, dunque, non dobbiamo sbagliare nulla. I proclami non servono, altrimenti la normalità diventa una delusione, un fallimento e questo non è bello. Voglio creare i presupposti d’entusiasmo anche per la prossima stagione”.
Pasquale Tina