Livorno prima pauroso, poi spavaldo. Chiediamoci il perché

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Leggo sempre più giornalisti e opinionisti che nel tempo (ma quanto tempo!) si sono avvicinati o addirittura allineati alla mia posizione iniziale sul Napoli: buon allenatore, ma  in sede di mercato e di successive scelte tecnico-tattiche nelle partite, Benitez vede poco la fase difensiva, non la tiene nella necessaria considerazione. L’allenatore spagnolo rimprovera quasi sempre quelli che sbagliano i gol (e il Napoli ha il secondo attacco del campionato: 51 reti) e perdona sistematicamente quelli della fase difensiva (il Napoli ha incassato 29 gol rispetto ai 19 e 11 della Juventus e della Roma). E’ quantomeno singolare.
Gli avversari si stanno sempre di più attrezzando ad affrontare la squadra di Benitez. E se questa vive una giornata in cui è particolarmente lenta nella manovra, poco veloce negli affondi e nelle verticalizzazioni, se fa girare il pallone con ritmi da moviola, beh, allora diventa tutto più semplice per gli altri e più complicato per il Napoli. Tra l’altro gli azzurri da un po’ stanno manifestando anche qualche problemino atletico e soprattutto di carica agonistica. Non hanno quella rabbia che contraddistingue la formazione di Conte anche quando i bianconeri stanno vincendo 3-0! Questi ultimi vengono invitati a mangiarsi l’erba dei campi, alcuni degli azzurri se la guardano dopo aver perso la palla.
Invito tutti a rivedere mentalmente l’incontro al Picchi. Il Livorno inizia il match con una paura incredibile. Di Carlo invita i suoi ad aspettare “basso” il Napoli. Con il passare dei minuti quell’invito viene sempre meno ascoltato da Paulinho e compagni. Non per disobbedienza, ma perché si rendono conto dei limiti del Napoli. E dopo il rigore di Mertens il Livorno alza il baricentro e inizia a fare la gara. A parte qualche conclusione di Mertens e l’arrivo in ritardo sul pallone di Duvan, la vera palla-gol è di Paulinho dopo la consueta apertura della difesa del Napoli con Britos e Fernandez. Paulinho, solo dinanzi a Reina, per fortuna gli spara addosso. Ecco, in questo cambio di atteggiamerto mentale e tattico c’è tutto il  match tra Livorno e Napoli. Inizio timido del Livorno, poi spavaldo.
A fine gara Benitez cosa dice? Il solito ritornello: “Così’ non va, bisogna fare gol”. E se qualche volta iniziassimo a pensare ANCHE a non prenderli i gol? Possibile che dopo ventisei partite non ci siamo ancora resi conto dei difetti e dei limiti? Così facendo, si creano non pochi problemi al progetto di costante crescita del Napoli. Con danni anche economici non indifferenti.
Rispetto alle prime sette gare del girone di andata, la Juventus ha 2 punti in meno, la Roma 4 punti in meno (ma dovrà recuperare il match con il Parma della terza di ritorno), il Napoli ha ben 9 punti in meno e per la Fiorentina si registra un meno 4. Anche questi numeri sono indicativi di un Napoli in vistoso calo di rendimento, di condizione e di risultati.
Per fortuna, per manifesta inferiorità, gli avversari (Fiorentina, Inter, Lazio, Milan) si tengono a distanza e il terzo posto sembra saldamente in mano agli azzurri. Ma non bisogna ritenerlo un titolo di merito in quanto troppi punti sono stati lasciati ad avversari che hanno saputo rimontare il Napoli (Sassuolo, Udinese, Bologna, Genoa, Livorno). Quanti punti lasciati lungo il cammino per centrare almeno il secondo posto, considerando anche che la Roma dovrà venire domenica al San Paolo.
Due riflessioni prima di chiudere. Ovemai ce ne fosse  bisogno, un altro titolo di merito per i tifosi del Napoli. Quelli del Livorno in modo idiota e becero a far salire al cielo cori contro… San Gennaro; nella curva del Napoli un indicativo striscione “Morosini vive”. A poco più di cento metri di distanza, un esempio di acuta demenzialità e un esempio di sensibilità e di nobiltà d’animo.
Infine, leggo che la Juventus si è… arrabbiata con Prandeli per la convocazione di Chiellini tra i nazionali. “E’ stato poco garbato e poco educato”, la frase di Conte riportata da La Gazzetta dello Sport. Da anni l’arroganza fa parte del dna della Juventus, negli ultimi tempi ha toccato limiti quasi ai confini del consentito.