Zeman, prima della partita, l’aveva detto: “Dobbiamo andare in campo senza avere paura”. Il Cagliari, però, per trenta minuti non ha ascoltato il consiglio del proprio allenatore. Ha avuto paura, non ha giocato, ha incassato due reti. La prima, su una furba rimessa laterale di Ghoulam per Higuain (che ha ricordato quella di Campagnaro per Lavezzi) e la seconda sulla consueta botta da fuori area di Inler. Dal trentesimo il Cagliari si è tolto di dosso la paura e ha iniziato a giocare. E il Napoli ha iniziato a manifestare i soliti problemi, quelli della fase difensiva. In vantaggio per 2-0, si è fatto rimontare e ha addirittura rischiato di perdere. Proprio come era accaduto con il Palermo. Ovvero, il Napoli anche quando al San Paolo vince 2-0, quando sembra aver messo in cassaforte i tre punti, fa sì che gli avversari non si considerino sconfitti. Sanno che contro questo Napoli è possibile almeno pareggiare. Basta attaccarlo in quanto il Napoli la fase difensiva non ce l’ha. Lo sto dicendo dall’inizio della gestione-Benitez. Non è una questione di calciatori, di rinforzi, di mercato. Perché? Non è possibile che se si perde, la colpa è di De Laurentiis che non ha fatto gli acquisti e se si vince, con lo stesso organico, è stato bravo Benitez. Anche perché il Napoli di Benitez, come ho scritto nella scorsa stagione, può vincere una Milano-Sanremo, una classica, ma non un giro d’Italia o un Tour, una corsa a tappe. Prende troppi gol (e in Italia al di là di quanto pensino Benitez e Zeman) quasi sempre vince chi incassa meno reti. Lo sostengo, anche alla luce delle statistiche , da due anni, da un po’ lo dice anche Massimo Mauro, arguto opinionista a Sky. Non bastasse, il Napoli continua a perdere punti pesanti contro le squadre piccole o di media caratura.
La classifica. Il Napoli è a meno 9 dalla Juventus, a meno 6 dalla Roma e a meno 6 anche dal Napoli dello scorso campionato. Sono numeri significativi. Inoltre, sono ben 15 i gol subiti rispetto ai 4 della Juventus, ai 7 della Roma e ai 9 della Sampdoria, prossimo avversario che spera di superare in classifica gli azzurri.
Al termine di Napoli-Cagliari, le interviste. Anche stavolta Benitez non ha mancato di muovere qualche critica. “Abbiamo buttato via una gara chiusa… Partita regalata… Non sono soddisfatto… Evidente il calo di intensità, tale mancanza inizia dall’attacco.. Avremmo dovuto segnare il terzo gol e non l’abbiamo fatto… Fa rabbia vedere certi errori…”. Un copione già recitato, già ascoltato. Raramente ha ammesso i limiti delle fase difensiva, mai ha riconosciuto un proprio errore come fanno soprattutto i grandi allenatori. Perché non abbiamo fatto un gol in più?, è questo lo sterile interrogativo. A parte il fatto che il terzo gol il Napoli l’ha fatto, e poi si è fatto rimontare egualmente, ma è possibile pensare di dover segnare sempre gol a grappoli in ogni gara?
A condannare il credo di Benitez sono i numeri della classifica e i gol che il Napoli prende. Quasi sempre. Ed ogni volta la colpa è di qualcuno: dei calciatori, dei tifosi, dei giornalisti, del gol in più non realizzato quando non si accenna strategicamente alle strutture che non ci sono… Ma chi lo allena il Napoli, chi è il responsabile tecnico chiamato a 3.500.000 di euro netti a stagione a dirigerlo e a prendersi la maggior parte delle responsabilità?