Il disattento Benitez e i frustrati di Torino e Milano

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Lo scrittore Maurizio De Giovanni, abile sia nello scrivere che nel parlare, definisce “moscio” Benitez. Lo fa su Il Mattino di stamane. Il termine mi sembra quantomai appropriato. E non solo per il Benitez visto (sudatissimo) a Milano. E’ da un po’ che l’allenatore appare moscio, demotivato, disattento. Sì, disattento. Semplice il perché: nelle interviste del dopopartita a San Siro ha definito “fantastico”, “grandissimo” il rendimento di Inler. Come si fa a non dire che Benitez in campo è disattento? Possibile che sia stato l’unico a non vedere che Inler si è distratto sia in occasione del palo di Hernanes che del gol di Guarin? E non è la prima volta che lo svissero si dimentica degli avversari. Si potrà obiettare: lui deve difendere Inler e gli altri perché è questo il suo organico, perché altro non ha. Relativo: una cosa è difendere, tutelare, altro tapparsi gli occhi dinanzi a quanto hanno visto tutti e dire che Inler è stato “fantastico”. Altrimenti non è una difesa dell’organico, ma una presa in giro di tutti. Inler compreso.
Io ribadisco che se il Napoli perde o pareggia non è un problema legato alla difesa (anche se alcuni della difesa sono scarsi), ma riguarda la fase difensiva. Lo sto sostenendo da prima che iniziasse la scorsa stagione. Un anno fa, avevamo solo Behrami a far filtro dinanzi ad una difesa monca e poco omogenea, ora c’è il solo Gargano (aiutato talvolta da David Lopez) a proteggerla. Ed è quanto dire. Se manca Gargano il problema lievita e il Napoli continua ad incassare gol. La fase difensiva, il Napoli di Benitez non l’ha mai avuta. Per non parlare di Insigne che viene utilizzato troppo basso, di Hamsik che continua a non ritrovarsi, che viene sistematicamente sostituito, eppure sappiamo tutti che è un ottimo professionista ed è un campione. De Laurentiis avrebbe dovuto sborsare altri soldi? Continuo a dire che l’attuale organico del Napoli è superiore a tutti quelli che il Napoli ha affrontato sinora. Athletic Bilbao e Inter compresi. Eppure siamo fuori dalla Champions e solo settimi in campionato, a meno otto dalla Juventus, a meno sette dalla Roma e a pari punti con il Verona, prossimo avversario in campionato.
PS – Sabato a Reggio Emilia, durante Sassuolo-Juventus, i tifosi bianconeri presenti nello stadio hanno fornito un’ulteriore dimostrazione dei limiti umani che li contraddistinguono. Lo stesso è capitato ieri sera a Milano in occasione di Inter-Napoli. Da generazioni e generazioni juventini e interisti danno libero sfogo alle proprie frustrazioni. In modo sterile, becero, ripetitivo.
“Noi non siamo napoletani” più altre estrosità del genere. Quelli della Juventus hanno anche offeso la mamma di Paolo Cannavaro, dimenticando che la stessa nobilissima signora è stata ed è anche la mamma di Fabio uno che alla Juventus ha dato tantissimo. E non solo alla Juventus..
Loro non sono napoletani. Non c’è bisogno che lo ripetano. Appare evidente, chiaro da anni ed anni. Lo sappiamo e lo dimostrano che non sono napoletani. I napoletani hanno un altro stile, un’altra fantasia quando vogliono prendere in giro gli avversari senza ricorrere in modo idiota al colera o al terremoto.
Loro non sono napoletani. Lo sappiamo, lo sanno tutti. Noi, invece, sappiamo chi sono loro. Da sempre. Sono frustrati, storicamente, e invidiosi in quanto nella vita di tutti i giorni i neofiti che partono da Napoli e vanno a Torino e a Milano diventano loro direttori, loro supervisori, loro dirigenti. Il gioco del calcio e il far massa permette a questi individui di sfogare delusioni, rabbia e frustrazioni.