E’ stata incentrata sul ricordo di Ciro Esposito e sulla ricorrenza del Centenario dello scoppio della Grande guerra (28 luglio 1914) l’Omelia del cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, che stamani ha celebrato la Santa Messa al termine dell’allenamento della squadra a Carciato di Dimaro, in val di Sole, terra che fu drammaticamente coinvolta nel sanguinoso evento che causò decine di milioni di morti in tutt’Europa. Al riguardo ha citato le parole del Papa (“L’inutile strage”) e condannato ogni atto di violenza. “L’uomo che dimentica Dio è egoista e si trasforma in uno strumento di sopraffazione e di distruzione, anche morale. Basta guerre, basta sangue” ha detto, con riferimento agli eventi bellici che anche oggi causano vittime in varie parti del mondo, anche vicine a noi. Proprio il Calcio Napoli, con la presenza di campioni provenienti da varie nazioni, ben simboleggia quello spirito di pace e di sano confronto capace oggi di cancellare i tragici ricordi del sanguinoso conflitto che causò milioni di vittime in tutta Europa, tra i soldati e i civili. E le cui drammatiche tracce – ha ricordato Sepe – ancora si possono vedere proprio qui, sulle montagne che abbracciano a Val di Sole”. Il Cardinale ha benedetto la squadra e ha ricevuto dal presidente Aurelio De Laurentiis la maglietta personalizzata con il numero uno. “Lei è il portiere delle anime – ha detto il Presidente – e Le regaliamo la maglia numero 1 perché ha l’oneroso compito di benedirci e proteggerci”. Nel salutare i giocatori e il tecnico Rafa Benitez l’arcivescovo di Napoli ha ricordato come oggi i calciatori siano “lo specchio dei giovani”. “Quanti ragazzi guardano voi come esempio perché rappresentate una delle parti più belle della vita che è lo sport – ha aggiunto -. Napoli è una città dolente che vede nella squadra una delle sue eccellenze in campo internazionale. Che ognuno di voi possa realizzare il potenziale che il Signore vi ha dato. Il Signore è il dodicesimo uomo in campo, non si vede, non si tocca, non costa nulla, però fa segnare”. Quindi una metafora. “La vita è come correre in un campo di calcio e quando c’è armonia tra corpo e spirito si possono raggiungere grandi traguardi – ha aggiunto -. Voi siete una squadra unita, giocate uno per l’altro e sentirvi una sola cosa è la forza più grande che avete. Io sono un vostro grande tifoso, vi seguirò con fede e devozione affinché possiate fare una grande stagione. Auguri e vincete, vincete, vincete. Dio vi benedica e la Madonna vi accompagni”. Quindi il ricordo commosso per Ciro Esposito. ”Insieme preghiamo per lui e per la sua famiglia, il cui comportamento è stato esemplare con il perdono pur nel cammino della giustizia. Il Signore saprà premiare il suo sacrificio fatto per amore del suo Napoli. Era un giovane che amava il calcio, vittima di una violenza assurda ”. Unendo in un abbraccio simbolico il ricordo di Ciro Esposito e della Grande Guerra, il cardinale Sepe ha lanciato un monito a tutti gli sportivi. “Siate protagonisti di un sano agonismo – ha detto – mai di antagonismo. Di una sana passione per lo sport senza gesti di violenza”.