Maurizio De Giovanni parla a Marte Sport Live: “Ieri sera è stato come la nascita di un figlio alla quale pensi di essere preparato e invece non lo sei. Il pensiero è andato subito a chi non c’è più e a tutti i napoletani che non vivono a Napoli, che spesso non hanno mai visto la città. Qui non ci sono più anime, bensì una sola. Poi all’interno della tifoseria c’è una dialettica forte: i pro e i contro presidente, allenatore, calciatori. Un dibattito continuo ma tutti ci riconosciamo in questa bandiera. Quindi si tratta di una meravigliosa vittoria condivisa. Della quale sentirci fortemente orgogliosi. E’ una rivalsa anche per i tanti napoletani in giro per l’Italia. Queste persone nel tempo hanno dovuto subire sfottò, aggressioni verbali e situazioni di negatività. È giusto quindi che oggi loro siano i primi a festeggiare. Trentatrè anni non sono un intervallo, bensì una storia, fatta di illusioni, delusioni, fallimenti, successi, di piccoli mattoni che hanno costruito questo meraviglioso edificio. Mentre tutti parlano della vittoria meravigliosa sulla Juventus, che forse è stata fondativa, io vado controcorrente e ti dico che il momento da fissare nella mente è il gol di Raspadori contro lo Spezia, all’83’; un coniglio cacciato dal cilindro in una partita che in qualsiasi altro anno noi avremmo pareggiato, perdendo punti, autostima e voglia. Quel gol è la cosa che qualifica questa rosa e questo successo molto più di altri. Quindi ricorderei quel momento”.