VITTORIO RAIO
Da un po’ di tempo gli avversari, soprattutto la Roma, fanno di tutto per agevolare il cammino del Napoli verso la zona-Champions. Sabato e ieri, Lazio e Roma hanno vinto, ma niente è ancora definitivamente compromesso. Ha fatto benissimo De Laurentiis a spronare Benitez e gli azzurri. Devono crederci sino in fondo. Nessuno ritenga la stagione conclusa prima dell’ultimo secondo dell’ultima partita. Ha fatto di tutto De Laurentiis per spronare Benitez e i suoi: con il bastone (ritiro) e con la carota (nuovi premi sostanziosi) ha invitato allenatore e squadra a dare più del massimo. Strano che si debba invogliare un dipendente, già lautamente e puntualmente pagato, a dare il massimo promettendogli altri soldi, ma il mondo del calcio è da sempre atipico, a volte è addirittura assurdo considerando i tempi che viviamo. Strano anche che Benitez e i suoi si siano offesi per essere stati mandati in ritiro (“Siamo professionisti”), ma nessuno si è offeso quando gli sono stati promessi altri soldi per lavorare meglio, per impegnarsi di più e sino in fondo, per crederci. Ma perché venivano pagati, per giocare male o a perdere? Dare il massimo, crederci, fa parte della voce iniziale dello stipendio, ma per il premio Benitez e i suoi non si sono offesi.
De Laurentiis, il suo, l’ha fatto. Riusciranno Benitez e gli azzurri a fare meglio di tante altre occasioni banalmente sprecate anche in partite contro avversari nettamente inferiori? Riusciranno a non prendere altre lezioni?
Il cammino vedrà il Napoli impegnato, stasera, contro il Cesena. E si devono prendere i tre punti. Poi, il big-match contro la Juventus a Torino. Sarà la partita-verità. Vincendola, gli azzurri si giocherebbero tutto all’ultima giornata al San Paolo contro la Lazio. Sarebbe assurdo che l’allenatore più pagato e una squadra certamente superiore a quasi tutte le altre vanificassero quest’ultima chance europea dopo aver gettate al vento quella con il Bilbao in avvio di stagione e quella con il Dnipro solo pochi giorni fa. Un Dnipro indubbiamente non più forte del Napoli, ma che certamente ha voluto la finale di Varsavia più del Napoli. E’ stato sufficiente vedere il cuore, l’ardore, la grinta, la caparbietà, il piglio con i quali gli ucraini hanno affrontato la gara.
Questo ultimo aspetto dovrà far riflettere De Laurentiis quando varerà il nuovo organico in vista della nuova stagione. Occorrerà ingaggiare gente brava, esperta, ma anche elementi che nello spogliatoio e in campo siano in grado di esprimere personalità, senso dell’appartenza e grinta. Tutti requisiti che avevano o che hanno i Bruscolotti, i Gattuso, i Marchisio, i Lichtsteiner, i Chiellini, i Grava, i Conte… Ovvero, gente con le palle e non che racconti palle! Chiaro? Inoltre, occhio alla fase difensiva: è basilare per vincere in Italia. E anche all’estero.