Maurizio Pistocchi parla Marte Sport Live: “I risultati sono migliori dei segnali, che sono negativi più dell’attuale situazione del Napoli, perché le prestazioni vanno sempre guardate negli interi 90’, non si possono guardare i 20’ positivi con il Real o contro la stessa Fiorentina. Non ci siamo proprio. Parlare dell’esonero di Garcia dopo otto giornate è antipatico ma è giusto valutare la situazione. La questione è complicata anche perché non ci sono tante alternative, non c’è un profilo ideale, se io dovessi scegliere prenderei Farioli del Nizza, che probabilmente non viene via dal Nizza in corso di campionato. Lascerei stare Conte che gioca a tre, penso che quest’anno penserà di riposarsi e poi tornerà in pista. A me piace molto Lopetegui, ha un’idea di gioco simile a quella che aveva Spalletti, insegna calcio anche dal punto di vista tecnico e didattico. In ogni caso l’esonero, scelta dolorosa e difficile, deve scattare solamente se ci si rende conto che l’allenatore non ha in mano la squadra. Non bisogna esagerare nel dare tutte le colpe a Garcia, c’è uno scaricabarile che non mi piace. Già da quest’estate avevo espresso forti perplessità sulla scelta di Garcia, per il suo vissuto di allenatore, avendo visto anche i suoi allenamenti quando era alla Rona, molto meno minuziosi di quelli di Spalletti. La verità è che questa squadra sembra uno di quegli alunni che a scuola si ricordano un po’ a memoria la lezione, ma quando le domande diventano difficili, non sanno cosa rispondere. Gli alunni se l’è dimenticata. Il Napoli di ieri ha fatto venti minuti buoni, sbagliando le rifiniture. Ha preso un gol evitabile su una situazione di gioco che va preparata: non puoi consentire un cross così senza contrastare. Era una situazione molto leggibile. Un gol sotto le gambe li hanno presi tutti i portieri, da Zoff ad Albertosi, su altro è criticabile. Quello che penso io è che la partita è cambiata con la sostituzione di Anguissa, infortunato, con Raspadori. Doveva entrare uno tra Elmas e Cajuste, con quest’ultimo che è un buon giocatore ma dovrebbe essere inserito in un quadro tattico diverso. Con Raspadori il Napoli ha giocato con il 4-4-2, sostanzialmente. Si è visto dopo un Napoli frammentato, discontinuo. Questa squadra di allunga, indietreggia, si porta l’avversario dentro l’area. La chiave tattica del Napoli di Spalletti era quella di avanzare, anche per difendersi, con il possesso palla. Sin dai tempi di Sarri sedeva sulla panchina di Fuorigrotta, il Napoli ama tenere palla tra i piedi e fare un certo tipo di calcio che non sa più, arrivava in porta con il fraseggio, teneva il controllo del gioco. Ora, a mio avviso, cerca troppo le verticalizzazioni e lo fa anche con giocate del tutto superflue, lanciando in avanti 43-4 palle con l’avversario chiaramente in vantaggio nelle letture. E’ come se questa squadra avesse fretta, perché poco in fiducia nelle sue qualità”.
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