Nicola Innocentin parla a Marte Sport Live: “La figura del direttore sportivo, in Arabia Saudita, non esiste, però io offro la mia esperienza in qualità di consulente di mercato. Ho lavorato per il Ministero dello Sport ed ora collaboro in particolare con un club saudita, l’Al-Fateh: vedremo dove mi porterà questa nuova avventura. Dopo i rifiuti di Lozano e Zielinski a Napoli c’è la possibilità che Osimhen possa andare in Arabia? Il timore dei tifosi è comprensibile perché ci sono quattro squadre, due a Riyhad e due a Jeddah, che hanno risorse praticamente illimitate, poiché sono state acquisite dal PIF, il fondo sovrano: se puntano il mirino da qualche parte per un giocatore, è difficile per tutti trattenere i calciatori. Tuttavia, se posso rincuorare i tifosi napoletani, credo che i sauditi abbiano sparato tutte le cartucce più o meno, soprattutto numericamente hanno già fatto il pieno e che quindi il trasferimento di Osimhen verso l’Al Hilal non è facile. Ogni club saudita – ha spiegato Innocentin – può tesserare al massimo otto stranieri ed alcuni sono già arrivati al tetto massimo e dunque dovrebbero smaltirne alcuni prima di acquistarne altri e non credo che vadano avanti per tanto a prendere tanti i calciatori, se vogliono iscriversi al campionato. L’ondata più grossa, insomma, è passata. Il pressing dell’Al Hilal su Osimhen? L’interesse c’è stato, magari non direttamente da parte del club ma più da parte degli intermediari che cercano di costruire operazioni, succede di frequente negli ultimi tempi da queste parti. La Lega pone dei veti e vanno prima risolti i problemi interni alle rose, poi se ne potrebbe riparlare in futuro. I giocatori da contrattualizzare devono passare al vaglio della Saudi Pro League, ovvero i possibili acquisti devono avere l’autorizzazione della Lega saudita, la quale può negarti questo placet, avendo quel club già troppi stranieri in organico. Se hai otto stranieri in rosa, in Arabia non ne prendi altri. Nello specifico l’Al Hilal ne ha già otto, non credo che voglia prenderne altri. Nello specifico, so che Jorge Jesus, l’allenatore dell’Al-Hilal, non ha molto gradito che alcuni calciatori siano stati contrattualizzati prima del suo insediamento ufficiale; quindi, il rapporto con i club non è iniziato nel modo migliore. Noi all’Al Fateh, ad esempio, prima di ingaggiare il tecnico Bilic non abbiamo proceduto ad acquistare i calciatori stranieri. Il calcio dell’Arabia Saudita può fare la fine di quello cinese tra qualche anno? C’è una grande differenza tra la Cina che è partita in quarta ma senza un polo centrale che coordinava tutto il movimento. Invece in Arabia Saudita si è costituita in maniera molto definita e organizzata la Saudi Pro League che ha posto delle regole abbastanza simili a quelle della Major Soccer americana. Per questo ho precisato che un club non può spendere di più di quello che ha come budget a disposizione. Nel caso di quei 4 club se non c’è il limite al budget esiste comunque il limite numerico. Di recente c’è anche un controllo molto stretto sulle operazioni che vengono fatte e già hanno comunicato che l’idea è quella di aumentare da 8 a 10-11 il numero degli stranieri. Tuttavia, quei tre ulteriori devono essere under 23 perché hanno pensato – secondo me a ragion veduta – di acquistare non più giocatori ultratrentenni ma giovani Under 23, in modo che se tutte e 18 le squadre hanno 3 giovani si crea un polo d’interesse non solo per i tifosi ma anche per gli addetti ai lavori. L’obiettivo è avere visibilità e crescere sino ad ospitare un Mondiale dal 2030 in poi? Sì, anche se per loro sarà ancora più importante l’Expo 2030, un appuntamento che non intendono fallire. Hanno capito che lo sport è un amplificatore straordinario per farsi conoscere e per questo stanno facendo crescere il campionato. Hanno notato che con Ronaldo hanno ricevuto un’enorme attenzione e quindi sono andati avanti negli investimenti, senza fare passi indietro. Da Ronaldo in poi tutti hanno iniziato a guardare al calcio arabo con interesse, anche per le operazioni importanti che nel frattempo hanno concluso. Il clima torrido è un limite allo sviluppo della Saudi League? Ovviamente la componente climatica gioca un ruolo importantissimo, ed è vero che si allena di sera e che è difficile fare la doppia seduta e le preparazioni europee. In ogni caso la qualità in campo e la competitività stanno salendo rapidamente e il livello di spettacolo si conta possa essere più che gradevole. Il mercato del Napoli? Il club azzurro ci ha abituato negli ultimi anni a fare delle cose sempre in maniera oculata e quindi sono convinto che anche in questa circostanza andrà così, anche se non è mai facile rimpiazzare un grande giocatore con un altro. Dopo lo scudetto meritato, anche quest’anno gli azzurri hanno una solidissima base da cui ripartire quindi è ovvio che bisogna avere sempre la fortuna di trovare innesti che si vadano a integrare con il resto della rosa. Sono convinto che anche quest’anno il Napoli regalerà ai suoi tifosi grandi gioie”.
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