Ulivieri: “Se fossi l’allenatore del Napoli, non cambierei nulla del lavoro di Spalletti. Al massimo aggiungerei qualcosa”

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Renzo Ulivieri parla a Forza Napoli Sempre: “Se i sospetti di razzismo di Galtier si concretizzassero sarebbe grave perché credo che da parte di un allenatore avere queste idee sia una delle cose più terribili che si possano verificare. Galtier è un cafone, ignorante e, uno che parla così, non può fare l’allenatore. Credo che sia una scelta giusta quella di usare il pugno duro anche in Italia su antisemitismo e razzismo. Il rispetto dell’uomo sull’uomo deve essere alla base dei nostri comportamenti. Quando viene a mancare questo, sia negli stadi che altrove, ci deve essere una risposta, una risposta decisa. Questa credo sia la direzione giusta. C’è in Italia qualche squadra impostata solo sul tatticismo, con giocatori che sembrano soldatini. Credo che il massimo della schematizzazione si sia avuto con Zeman, grande allenatore che schematizza tantissimo. Tutti noi siamo andati a scuola da lui perché i movimenti non si conoscevano. Poi il calcio si è evoluto. Il Napoli è un esempio di squadra che aveva un’idea di gioco ma dentro c’era spazio per la fantasia dei giocatori. A proposito del 4-3-3 e del fatto che non mi “garbi”, ritengo che sia un modulo che impone tanta fatica perché ci vogliono tanti inserimenti. In alcune squadre non mi “garba” ma poi ci sono squadre adatte a questo tipo di gioco o impostazione ed è giusto che lo pratichino. Se io fossi il nuovo allenatore del Napoli non cambierei nulla rispetto a quanto fatto da Spalletti. Forse aggiungerei qualcosa. Bisognerebbe studiare qualcosa per cercare di capire e approfondire. Io credo che i soldi degli arabi possano arrecare qualche danno ma alla fine, quali sono i calciatori che vanno a giocare lì? Giocatori a fine carriera oppure quelli che possano aver perso la gioia del gioco e della competizione. In FIGC e nelle istituzioni del calcio italiano stiamo valutando questo avvento degli arabi. Però stiamo parlando di calciatori che sono a fine carriera, quasi tutti. D’altra parte ci sono società, in particolare straniere, che dal punto di vista economico non hanno problemi e quindi non credo che gli arabi ce la faranno a portare il calcio di alto livello laggiù”.