Spalletti: “Nessuna divisione tra me e De Laurentiis, lascio il Napoli perché sento di aver dato tutto”

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Luciano Spalletti presenta in conferenza stampa la partita contro la Sampdoria, ultima della sua esperienza da allenatore del Napoli, culminata con la conquista dello scudetto.

Ci racconta il senso dell’abbraccio con De Laurentiis?

“Non c’è una divisione tra me e lui. Non voglio che ci fosse qualcuno che annulli l’altro, abbiamo lavorato benissimo. Il senso è di una persona che vuole giocare anche un po’, abbraccia e tenta di annullare questa insidia che si sente nell’aria”.

Cosa consiglierebbe al nuovo allenatore?

“Non ho possibilità di dare consigli agli altri. Non so consigliare a chi verrà e non so consigliare chi prendere”.

Cosa porterà via della sua esperienza a Napoli?

“Quando abbiamo capito che quest’anno abbiamo potuto raggiungere qualcosa di incredibile, ho iniziato a dire alla squadra che se fosse accaduto avremmo visto una città esplodere di gioia. Ho parlato per mesi di qualcosa di cui nemmeno io conoscevo la reale dimensione. Napoli non va immaginata e va vissuta. Sono sempre stato un po’ napoletano e avevo bisogno di questi due anni per diventare del tutto. Mi porterò via un pattino, un cavallo che mi ricorda i miei calciatori e un crocifisso per la fede- Trovatemi dove acquistare un cavallo”.

Dopo quale partita ha capito che avrebbe potuto vincere la partita?

“Non ce n’è una sola. Ma conta la determinazione e una mentalità forte di un gruppo che lo ha dimostrato pure stamattina. I ragazzi ci hanno messo entusiasmo e qualità andando a sviluppare quello che devono fare. Si capisce perché questa squadra avrà un grande futuro. E’ giovane e ha qualità incredibili. Siamo riusciti a creare un gruppo importante in pochissimo tempo e ha ancora tanto margine”.

Ha mai vacillato dopo questa decisione?

“Le parole dei calciatori sono state importanti, mi hanno fatto un regalo, ci siamo abbracciati. Questa è la cosa più difficile da superare. Viene il pensiero se hai fatto bene o male a prendere questa decisione. In questi giorni ho cominciato ad immaginarmi lontano da questa città, da questa squadra e da questa gente, ho realizzato quanto sia difficile. Il cuore e l’egoismo ti dicono che dovresti continuare, lascio una squadra fortissima, ma l’amore per tutto ciò che mi circonda in questo momento e mi avvolge mi ha dato la forza ad accettare questa decisione che ho preso. Ho toccato con mano la dimensione dell’affetto andando in giro per la città”.

Il Comune le darà la cittadinanza onoraria. Che emozione è?

“L’ho letto, questo mi emoziona tantissimo. Mi piace essere diventato un cittadino di questa città. Potrò tornare qui tra 10 anni ed essere amico di tante persone. Mi piace tornare nei luoghi e nei ristoranti che ho frequentato”.

Qual è l’idea del calcio che ha oggi?

“La verità sta nel mezzo. Siamo stati bravi ad adattarci in varie situazioni. Abbiamo la miglior difesa e la miglior attacco”.

Cosa le resta del vissuto qui a Napoli, uno bello e uno difficile?

“Quello bello ovviamente è stato il 4 maggio, quando ad Udine l’arbitro ha fischiato la fine della partita e abbiamo vinto lo scudetto. Il più difficile è stato la sconfitta di Empoli nello scorso campionato”.

Cosa ha fatto il Napoli per convincerla?

“Da un punto di vista mio è tutto chiaro.  Dissi che il presidente avrebbe dovuto dirmi certe cose, poi siamo andati a cena e abbiamo sistemato tutto in un quarto d’ora. Siamo stati lucidi nel concludere il motivo della cena. Ci siamo lasciati e ho aspettato l’annuncio del presidente De Laurentiis. Mica cambio idea tanto facilmente”.