Spalletti: “Ci stiamo ‘trezziando’ lo scudetto piano piano. Futuro? A fine stagione mi farò una domanda”

253

Luciano Spalletti parla alla vigilia della sfida contro l’Udinese.

Udine è stata una tappa fondamentale della sua carriera. Le piacerebbe festeggiare lì?

“Ne ho molto di persone cui sono legato affettivamente. Ho allenato in diverse squadre tanto tempo, l’Udinese è una di queste, parlo anche di Roma, Empoli e San Pietroburgo. Evidentemente non ho un carattere così difficile, come dicono. Ho trascorso la mia carriera in quattro o cinque squadre. Ho un rapporto importante con Pierpaolo Marino, ho letto una sua intervista. Sono d’accordo, il progetto è partito in serie C. Lui è un totem del calcio e un profondo conoscitore di questo mondo. Ho avuto come calciatore Sottil, lo affrontammo in amichevole ad Ascoli quando eravamo a Castel di Sangro. Era uno dei leader della squadra. Ho bellissimi ricordi”.

Si parla della data dello scudetto. Che sentimento provo?

“Ce lo stiamo ‘trezziando’ piano piano. Sapevo di avere a che fare con una squadra di purosangue. Secondo me questo scudetto, se avvenisse, uscirebbe dagli schemi. E’ un evento che darebbe vantaggi a tutti, i nostri calciatori lo meritano, poi c’è ancora da fare questi ultimi metri. E’ la cosa più difficile. Per cui si continua a fare come abbiamo sempre fatto, sapendo che dopo ci sarà da ripetere ciò che abbiamo sempre fatto. Nessuna divagazione, nessuna concentrazione”.

Qual è stata la prima cosa che le è venuta in mente questa mattina?

“Vengo sempre di riflesso della gioia che bisogna dare agli altri. Ho visto gente dispiaciuta domenica quando è tornata a casa. Vorresti che mai succedesse. Voglio vedere la gente felice. Lo stadio mi ha fatto capire quale sia l’impresa che stiamo portando a termine. Era quello che sognavo quando sono arrivato. Immaginavo questo stadio pieno di azzurro. Deve essere la festa di tutti”.

Qual è l’insidia dell’Udinese?

“Noi siamo sempre un po’ timorosi e insicuri delle scelte che fai. Ci sono sempre dei pensieri ma c’è anche la considerazione di quello che abbiamo fatto. Non dobbiamo mai perdere il nostro atteggiamento e la nostra convinzione. Questo lo faremo anche contro l’Udinese. Sottil era già allenatore quando giocava. I friulani hanno fisicità e arriva con tanti uomini in area di rigore, dobbiamo stare attenti a questo”.

Il ciclo di Spalletti potrà proseguire ancora?

“Sento quello che riesco a vedere come potenzialità dentro la squadra. Vedo che ho a disposizione una squadra capace di durare nel futuro. Ci sarà sempre da vedere cosa succede nei mercati a fine stagione e le cose che riusciremo ad organizzare. Da un punto di vista mio, so di avere una buona squadra davanti e prospettiva futura. Può avere un seguito per quanto riguarda i risultati che ha fatto”.

Spalletti vince troppo tardi lo scudetto?

“Questo non lo so. Da un punto di vista mio, sono contento del lavoro che faccio. Ci sono momenti di enorme fatica, la mia soddisfazione è essermi innamorato di questo lavoro. Se sono in grado di dare al Napoli tutto quello che merita, è questo il discorso che faccio prima di parlare con qualsiasi altra persona. Poi ci vado dentro, altrimenti poi si fa un passo indietro. Ho avuto l’opportunità di lavorare a testa bassa. Devo essere sempre convinto che le cose mi succedono passino dalla volontà di ricerca, di lavoro e di impegno. Se riesco a valutare in maniera corretta, è il lavoro che mi ripaga. Poi è chiaro che vincere uno scudetto a Napoli sarebbe qualcosa di extra, qualcosa di super lusso che da un punto di vista sportivo mi farà stare comodo”.

Le valutazioni le farà dopo lo scudetto?

“Vorrebbe parlare del mio contratto? Ci sono ancora cose da fare molto più belle del mio contratto. Poi penseremo a festeggiare se succedesse. Poi mi domanderò la stessa cosa: sono nelle condizioni di dare a questo pubblico quello che merita”.

Quali sono state le tappe saliente dello scudetto?

“E’ partito tutto l’anno scorso. Non dimentico i giocatori che c’erano l’anno scorso come Mertens, Koulibaly e Insigne. Ci hanno dato una grande mano sul significato di indossare questa maglia. Non dipende mai da una sola partita”.

Quando le piacerebbe interrompere l’attesa stasera o domani?

“Non faccio il tifo contro. Per me sarebbe facile rispondere a Sarri che loro si qualifichino più tardi possibile in Champions, ma non lo faccio. E’ chiaro che mi piacerebbe chiuderla subito, comunque andiamo a giocare domani provando a portare a casa quello che serve”.

Questo è lo scudetto dell’onestà?

“Non è corretto commentare le parole del presidente. Il fatto che a lui riesca un ordine a livello di conti della società è un dato e sono d’accordo con lui. Per il resto non dico altro”.

De Laurentiis parlò di scudetto il 31 maggio. Lei cosa pensò?

“Io ero felicissimo di quelle parole. Io ero contento, il mio sguardo era quello di un allenatore in attesa di giocatori per poter provare a vincere. E’ chiaro che se io accetto a Napoli, io vengo per vincere. Di certo non l’ho fatto per i soldi. Di conseguenza avevo solo una via d’uscita, quella di vincere. L’anno scorso sono arrivato terzo e ho avuto gli striscioni di andar via  e adesso ci sono tante critiche. Sono venuto convinto di provare a fare qualcosa di importante e di stare un po’ a Napoli che è stimolante. Napoli è bella e forse lo può dire meglio un ospite come me. Solo chi viene da fuori ne può restare folgorato e pensa un giorno all’improvviso”.

E’ la squadra più forte che abbia mai allenato?

“E’ difficile dirlo, ci sono evoluzioni di calcio giocato, accostare delle squadre passate a quelle di adesso è difficile. Sono fortunato, ho allenato diverse squadre forti”.

Quanto è stato importante un giocatore come Kvaratskhelia?

“Kvara ha ancora tante cose da imparare. Ci si dimentica dei suoi 22 anni, lo farà e diventerà micidiale. E’ un super calciatore. Probabilmente deve diventare anche un po’ difensore, come accaduto in occasione del pareggio della Salernitana”.

Politano e Lozano, come giudica il loro rendimento?

“Siamo contenti di quello che hanno fatto sia in fase offensiva che difensiva. Se riescono a scambiarsi le qualità che hanno, si completano e ne beneficia ovviamente la squadra”.