Maurizio De Giovanni parla a Marte Sport Live: “Non serve non essere obiettivi col Napoli, possiamo permetterci il lusso dell’obiettività, tale è la grandezza di questa squadra. Il Napoli è tra le squadre più forti d’Europa, o forse la più forte, con la sconfitta del Barcellona è l’unica squadra che ha raggiunto quota 65 punti, è l’unica che ha questo largo vantaggio, è l’unica che ha vinto il girone di Champions contestualmente e la cui vittoria del campionato non è quotata. La città come vive questo successo? C’è una chiara differenza rispetto alla Napoli del 1987. Allora la città era straziata, in ginocchio, uscita a pezzi dal terremoto e soprattutto dal post- terremoto la cui corrente di soldi arricchì sostanzialmente la camorra. Era una città che faceva paura, c’era il coprifuoco in alcune zone del centro storico. La vittoria del primo storico scudetto fu un lampo, la città fu illuminata da un lampo di luce imprevista. La Napoli attuale, pur con carenze e ancora con problematiche enormi, è tuttavia una città europea, ha visitatori a tre cifre, è la meta di qualsiasi tipo di turismo culturale, è la città dove c’è la maggiore concentrazione cinematografica di set. Stavolta riceverebbe la luce ulteriore dell’eventuale vittoria del campionato, ma vive già di altre luci. Con il titolo tornerebbe alla ribalta internazionale anche nel calcio, con ritardo, per una città che non è assurdo che la riceva, avendo anche una sola squadra. Il personaggio più letterario di questa squadra? Lo sono tutti, ma più di altri lo è lo stesso Spalletti, con una manifattura ordinata è riuscito a cambiare la faccia a tanti calciatori, da Lobotka a Osimhen, da Anguissa a Rrhamani, è l’artefice del capolavoro. Nella nostra memoria rimarrà la meraviglia di Empoli-Napoli, in cui la squadra di casa, in superiorità numerica, sotto di due gol, non è riuscita a fare un tiro in porta perché annichilita dalla prova di forza indimenticabile del Napoli. A livello nazionale i media ci dimenticano? E’ diventato francamente seccante, capisco i bacini di utenza, ma gli abbonamenti li paghiamo anche noi, siamo pure noi clienti. Capisco che un campionato morto a febbraio sia un dramma per il dibattito nazionale, ma venir meno al dovere dell’obiettività in modo totale è una cosa che francamente inquieta. Non ricordo lo stesso atteggiamento quando la Juventus vinceva, dominando, il campionato”.