De Laurentiis: “Benitez? Deciderò l’allenatore con calma. Abbiamo parlato col City di Cavani. Lo stadio? Il Comune deve aiutarci. Non si può andare avanti così”.

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Aurelio De Laurentiis parla al convegno ‘Napoli, Città e Salute’, organizzata a Città della Scienza: “Quest’opera nacque in un contesto disorganico, Napoli non ha un piano di sviluppo e spero che ce l’abbia grazie a de Magistris. Sentivo cose assurde: a Bagnoli piantiamo ettari di rose. Ero perplesso, serviva la bonifica, c’era l’amianto. In questo territorio sono state sepolte quantità di materiale radioattivo. La mobilitazione è fondamentale, questo ‘cancro’ ci riguarda, dobbiamo preoccuparci per i nostri figli. Gli anni di dominazione hanno insegnato ai napoletani a rimboccarsi le maniche sempre con grande eleganza. La partita di Città della Scienza? Piuttosto che dare lo stadio, preferisco mettere 200mila euro e unirmi al gruppo d’industriali: gli altri capitanati da Squinzi ne hanno messo 1,5 milioni. Io voglio metterli a disposizione del professor Trombetti: vorrei che lui istituisse un comitato di persone per spendere questi soldi. Bagnoli? Ero interessato prima del Calcio Napoli, avevo dei progetti fantastici, volevo realizzare una croisette tipo Cannes. Sono stato preso come un visionario anche quando presi il Napoli. Non capivo nulla, ma essendo un industriale del cinema, ho una preparazione a 360 gradi e su grandi progetti. Basta vedere il film del grande Gatsby: hanno ricostruito alla perfezione gli ambienti. Uno che fa cinema non si stancherà mai delle difficoltà che trova. Il mio viaggio a Londra? Non sono andato per Benitez, ho sentito quindici allenatori, era mio dovere sapendo che Mazzarri non voleva più rimanere a Napoli. Io ero a Londra per un altro motivo: ho investito il mio denaro in un progetto su Steve Jobs, mentre io facevo il cinema, ho detto a Bigon di andare al Manchester City e vedere un attimo di negoziare Dzeko, visto che vogliono Cavani. Io sono capace di dire banco nel giro di un secondo, gli altri no. Il nuovo allenatore? Sarà all’altezza del Napoli, ma non faccio le cose di fretta. L’esperienza del passato è un bagaglio di accrescimento e quindi devo valutare le persone che mi devono accompagnare”. Poi rivolto a de Magistris: “Non ti incazzare Luigi, quando parlo di cose che non vanno. Tu funzioni, i tuoi no. Un Sindaco deve essere un manager, altrimenti non può funzionare: quest’uomo deve interessarsi di tutto, di cimiteri, di viabilità, non è facile. Ci vuole maggiore recettività. Noi come Napoli vogliamo che i giovani siano sempre più coinvolti e presenti in modo da interagire con i nostri campioni per carpire il meglio. La nostra stagione è stata esaltante: la seconda della storia per media punti e poi siamo arrivati secondi. Ci sono tanti denigratori: sento parlare di scudetto, dico che il piazzamento d’onore non è da poco. Abbiamo osservato le regole come ho sempre fatto nel cinema, dove non mi sono mai permesso di fare un pagamento a nero. Non vado d’accordo con le istituzioni del calcio: da quando sono arrivato, il Napoli è arrivato al quindicesimo posto del mondo. Con l’addio di Mazzarri si apre un nuovo ciclo che continua la nostra filosofia e la nostra scelta che in nove anni ci ha visto passare dalla serie C ad essere una delle squadre più importanti d’Europa. Il presupposto fondamentale per la crescita è la risoluzione del problema stadio. Da sempre io ho aderito al fair play finanziario, i nostri bilanci sono in attivo. Siamo una realtà solida e concreta. Siamo all’avanguardia, proprio come abbiamo fatto per il passaporto ematico. Serve uno stadio moderno e accogliente, all’interno del quale ruotino attività commerciali che favoriscano l’autofinanziamento della squadra con guadagni da reinvestire, una volta ammortizzati i costi. Lo stadio del Napoli deve essere un’attività a 360 gradi come accade nelle grandi capitali europee. Ho visto, ad esempio, l’Emirates dell’Arsenal: è molto bello. Le inglesi possono permettersi di investire di più. L’Atletico Madrid ha ricavato addirittura un cimitero per farsi seppellire lì come vero tifoso dei colchoneros. Se lo facessimo a Napoli, sarebbe clamoroso. Noi non lo faremo, ma abbiamo un grande progetto, molto ambizioso legato alla salute: vogliamo realizzare una clinica dello Sport all’interno dello stadio. Devono confluire tutti i specialisti che collaborano con noi, sarà una struttura multi-disciplinare. Sarà un centro di prevenzione e non solo: potremmo organizzare anche master. Mi rivolgo al Sindaco: il progetto va risolto alla base, a partire dalle licenze. Abbiamo delle incombenze da risolvere: la Coppa America, il Giro d’Italia sono attività uniche, ma il calcio è permanente e non si ferma mai. Per giocare al San Paolo le coppe europee, lo stadio dovrà essere pronto entro il 30 giugno. Al momento abbiamo ottenuto l’approvazione perché abbiamo indicato come sede il Renzo Barbera di Palermo. Serve un certificato di agibilità dello stadio San Paolo, ma c’è chi fa ostruzione ed è il suo vice Attilio Auricchio. Prima ci veniva rilasciato entro il 31 marzo, ora non sappiamo quando arriverà: è una situazione molto grave, non potremmo giocare manco il campionato. Si è fatto avanti il Sindaco di Caserta. Io per costrire uno stadio pre-fabbricato, ci metto sei mesi. Magari un giorno in meno rispetto a quanto ci ha messo Cellino che aspetto in Lega. Se non si risolve il problema, io me ne vado a Los Angeles e non investo più. Se il calcio a Napoli è una cosa che funziona, bisogna svegliarci e sostenerlo. Io starò molto a Los Angeles, ma ci rimango se resto da solo. La ragione è dei fessi. Difendo sempre Napoli. Il Sindaco è sensibile allo sport, lo ha dimostrato con la Coppa America e con il ciclismo: ora è arrivato il momento di investire sul calcio. Faccio una proposta: facciamolo assieme”. Poi tocca al Sindaco de Magistris che risponde sullo stadio: “Non bisogna procedere divisi, dobbiamo avere anche idee diverse, ma bisogna trovare una sintesi. Partiamo da punti fermi: ho preso un impegno in campagna elettorale. Il Napoli non può avere uno stadio così. L’agibilità non è un atto formale, le persone che firmano il certificato devono assumersi la responsabilità. Lo stadio è ai limiti dell’agibilità e ne dobbiamo realizzare uno nuovo. Abbiamo fatto una manifestazione d’intenti, quella proposta non è andata bene. Vogliamo realizzare un nuovo stadio dove è il San Paolo. Ora dobbiamo rinnovare pure la convenzione al più presto. Farò di tutto entro il 30 giugno per scongiurare che le partite non si svolgano nella nostra città. Dobbiamo mettere le persone che devono rilasciare i certicati in grande serenità. Fatto questo, dobbiamo chiudere questo accordo sulla realizzazione del nuovo stadio. Il San Paolo non può andare avanti così. Mi auguro ci siano risorse”. De Laurentiis assicura che ci sono: “Le metto io”. Poi tocca a Paolo Graziano, presidente dell’Unione Industriali: “I soldi ci sono, ci sono stati assegnati i fondi per due progetti. Abbiamo 80 milioni da investire per Bagnoli, altri 87 per il polo Mostra d’Oltremare e dobbiamo fare in fretta. Possiamo collegare Bagnoli a Fuorigrotta e al resto della città. A Napoli è difficilissimo avere dei campi sportivi, è elitario giocare a tennis. Dobbiamo incalzare le istituzioni perché questi soldi vanno investiti”. De Laurentiis fa una proposta a Graziano: “Una parte di questi soldi deve servire per la bonifica. Ci vuole una petizione con le firme di tanti cittadini. Non possiamo perdere questi soldi”.