Morgan De Sanctis parla ai microfoni di Marte Sport Live: “Per me sarà un’emozione particolare, non torno a Pescara con squadre di club da sempre. L’ho lasciata nel 1997 e non c’è mai stata l’opportunità. Ci torno con tanto entusiasmo, ho iniziato lì a giocare, ho tanti amici. Ho fatto tutta la trafila nel settore giovanile, ho trascorso tre anni belli. Finalmente capita anche questa opportunità. La partita di San Siro? Riguardo al cartellino giallo, è successo quello che è già accaduto in altre circostanze, ovvero la perdita di tempo. Non lo faccio apposta, riprendo sempre il gioco sulla parte destra, sono le nostre soluzioni migliori. Quando giochiamo fuori casa, i raccattapalle cercano di infastidirmi e certe volte ci riescono. Provo a spiegarlo all’arbitro, ma evidentemente non è sereno nel giudizio e non può fare a meno di ammonirmi. E’ la prima volta che mi è capitato nella mia carriera: non ero mai stato squalificato. In una stagione avevo preso al massimo due cartellini. Cercherò di essere più attento anche l’anno prossimo. I cori razzisti? Questo è un brutto costume. La discriminazione non è soltanto razziale, ma c’è anche quella territoriale, sessuale o religiosa. Nei confronti di nostri tifosi c’è descrizione territoriale e non viene punita. E’ un motivo di riflessione in più nei confronti di chi deve giudicare. Per quanto mi riguarda, non c’è alcuna differenza. E’ una cosa fastidiosa che non ci possiamo permettere. Serve lo stesso metro di giudizio. Il secondo posto? La vittoria con il Cagliari è stata fondamentale perché era una giornata in cui dovevamo ampliare il margine sulla terza. E’ successo, ma non dobbiamo abbassare la guardia. C’è grande entusiasmo, ma noi pensiamo soltanto alla partita. Ci saranno delle insidie sabato e noi cercheremo di essere attenti. Mancano cinque gare, abbiamo bisogno di nove punti e sarebbe interessante conquistarle prima dell’ultima giornata contro la Roma, altra trasferta delicata. Questo risultato sarebbe un risultato straordinario, è vero che abbiamo creduto allo scudetto. Avevamo lo scontro diretto al San Paolo che non è andato come tutti volevamo: bisognava vincere e non ci siamo riusciti. Dopo lo scontro diretto, la Juve ha vinto sei partite di file conquistando 18 punti, noi solo 13, quindi i bianconeri hanno meritato la vittoria del campionato. La Champions? E’ vero che il Borussia delle quattro semifinaliste era la meno accreditate, ma stiamo parlando di un club che ha già vinto questa competizione. Sicuramente il calcio tedesco ha dato una bella sferzata e si sta muovendo bene da diversi anni sotto tutti i punti di vista. Stanno facendo un lavoro eccezionale. La programmazione è incredibile. Hanno quattro squadre qualificate in Champions. E’ un livello al quale il Napoli ci deve stare con la possibilità di essere competitivo, ma noi dobbiamo arrivarci senza preliminari e poi sarà dovere della società cercare di allestire una squadra che possa essere supercompetitiva per fare bene la Champions League. Matteo Perin? Credo che per essere il portiere del Napoli bisogna avere un background importante per sostenere questa pressione. Il soggetto che dovrà sostituirmi – e può succedere tra due mesi o tra dieci anni – deve avere esperienza importante per gestire questa piazza. Giocare nel Napoli crea delle tensioni che uno può vivere al Galatasaray o nel Fenerbahce: i giocatori di Juventus, Bayern Monaco e Barcellona non vivono la stessa pressione che a volte pesa. Quindi servono elementi adatti. A Napoli le difficoltà sono superiori, ma quando si raggiungono grandi risultati, le soddisfazioni sono superiori. E’ un elemento di sfida che molti dovrebbero considerare. Non tutti, però, hanno questa forza mentale per confrontarsi con Napoli, questa è un’altra difficoltà della società in vista del mercato. Mazzarri e Cavani? Loro hanno meno bisogno di certi consigli, sono abituati a questa piazza e sanno entrambi che vale la pena di rimanere in questo ambiente finché c’è l’entusiasmo e la reciprocità nello star bene. Mi riferisco a chi potrebbe venire: in una carriera di un campione, l’esperienza napoletana è quasi necessaria. Il 5-1 dell’andata? Il Pescara ha dimostrato di essere una squadra valida, ha pareggiato 1-1 a Roma e meritava di vincere. Non ha pià pressione di classifica e quindi è libera di giocare mentalmente e bisogna stare attenti. E’ una partita complicatissima”.