Mazzarri: San Vincenzo è casa mia, ma Napoli mi ha conquistato

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Walter Mazzarri e l’album dei ricordi. Una sorpresa organizzata da Radio Marte nel consueto salottino organizzato a Castelvolturno con Francesco Modugno e Gianluca Gifuni. San Vincenzo è la prima pagina da sfogliare: “E’ la mia casa”. Dove ha cominciato da ragazzino. Il carattere del Walter bambino è già forgiato: “Il pallone lo avevo io. All’allenamento andavo da solo, se perdevo una partita, stavo male e piangevo”. Adrenalina già a mille: “Mi facevo fare la camomilla da solo, altrimenti non riuscivo a dormire”. La mattina un’occhiata al mare, la sua grande passione: “Fa parte di me. Mio fratello Stefano ha ancora la barca che usiamo quando vengo qui in vacanza. Per me la montagna non esiste, la barca ce l’ha mio fratello Stefano che lavora a Piombino. Noi Mazzarri siamo originari dell’Isola d’Elba, è il nostro elemento naturale, ecco perché stavo così bene a San Vincenzo”. Ci ritorna appena può, c’è mamma Edda e nel piccolo paese trova le sue radici. Il Sindaco, Michele Biagi, è interista doc, ma ha una passione per Mazzarri e interviene telefonicamente per una sorpresa. Il siparietto è da gustare: “Non ti sento – dice l’allenatore del Napoli – secondo me sei scappato perché domenica sei per il Livorno”. La replica è da toscano doc: “Ma se non ci sto andando perché ho detto chiaramente che tifo per te. Ovviamente noi ci siamo messi d’accordo, io parlo bene di lui, Walter m’invita a Castelvolturno per una partitella con i giocatori del Napoli”, dice Biagi che domenica vedrà la partita in tv. “Non vado al Picchi”. Suo padre, Pierone, era una sorta d’istituzione. Allenatore della squadretta locale. “Era un punto di riferimento – dice Mazzarri – per tutti noi. Gli è stato dedicato lo stadio”. Il condottiero del Napoli ha proseguito la tradizione: “Sono felice – spiega Biagi – è un sanvincenzino puro, è uno dei migliori allenatori che c’è in giro”. Se ne sono accorti pure a Livorno. Stagione 2003/2004. “Venivo dalla C, fui accolto con scetticismo, poi la squadra cominciò a giocare bene e conquistammo la serie A”. Cavalcata vincente e il divorzio a fine stagione: “I tifosi ci sono rimasti male, non se l’aspettavano. Fu un discorso tra me e la società, non c’erano i presupposti per continuare. Spero che lo abbiano capito, sono curioso di come m’accoglieranno domenica”. Adesso è al Napoli e sono bastati pochi mesi per conquistare la città. La statua del presepe a San Gregorio Armeno è una sorta di lasciapassare per il cuore della gente: “Mi fa piacere. I complimenti m’imbarazzano, sono manifestazioni bellissime, ho sposato subito questa causa sentendo il pathos. Come indole, ho un fuoco dentro che assomiglia a quello dei nostri tifosi. Ma non parliamo adesso, odio i parziali, speriamo di fare il massimo”. C’è già un codice. Quando resta in maniche di camicia, è il momento d’accelerare: “La scaramanzia non guasta. Me l’hanno fatto notare, se me la tolgo, la squadra segna. Peccato non averlo fatto domenica con il Palermo”. O a Torino con la Juventus: “Lo posso dire, stavo male, altri non sarebbero andati in panchina. Purtroppo è andata così, dovevo fare delle valutazioni sui ragazzi che giocano poco”. Perché Mazzarri è questo. Vive calcio 24 ore al giorno. Val la pena di raccontare la sua giornata: “Mi alzo presto la mattina. Caffe’, latte e qualche biscotto. A pranzo non mangio, devo fare l’allenamento e voglio stare sveglio”. Ci pensa anche il magazziniere, Tommaso Starace: “Fa un caffe’ bello forte. Me ne porta 7-8, così la notte dormo 2-3 ore”, dice scherzando. Prima – però – il rito della cena: “Preferisco la qualità alla quantità. Ho gusti mediterranei, pasta, pesce e anche la carne. La religione? Rapporto personale, vado in chiesa quando non mi vede nessuno. Non ho perso le mia vera indole, sono informato su tutti gli aspetti della vita di tutti i giorni”. Il tempo per le passioni è poco: “Qualche volta a tennis con mio figlio, ma ho sempre il cellulare acceso. Il cinema? Mi piace Robert De Niro”. La musica, invece, è un rito: “La ascolto mentre arrivo a Castelvolturno. I miei gusti? La lirica, anche quella indiana. Sono rilassanti”. Poi non ha più tempo. Il suo è un ruolo da allenatore-manager: “E’ un aspetto che mi piace, sento la società anche mia. L’ho sempre fatto. Ricordo proprio il Livorno, incontrai Protti a casa sua per convincerlo a giocare. Arrivo presto in sede e cerco di trasmettere il mio rapporto di efficienza a tutti. Siamo un corpo unico”. Qualche rapporto poi si trasforma in un’amicizia: “Dico Vigiani che è tornato alla Reggina, ci siamo scambiati consigli”. Chiusura dedicata al calcio. Un pronostico per Juve-Roma? “Non ne faccio. Pensiamo soltanto a noi”. Solito e inconfondibile Mazzarri.