“Ero a Capri sabato sera e alla sconfitta con la Juve i tifosi napoletani hanno sparato i botti. Non mi è piaciuto, io credo che una squadra italiana che gioca all’estero deve avere sempre il rispetto dell’Italia e degli italiani”. Lo ha detto Marco Tardelli nel corso del suo intervento nel carcere napoletano di Poggioreale nell’ambito della kermesse calcistica Football Leader. Tardelli ha ricordato come “la vittoria della Juventus in Champions League – ha detto – avrebbe fatto bene anche al Napoli ad esempio sul ranking Uefa. Certe acredini non fanno bene soprattutto ai figli di chi dice certe cose. Io stesso sono stato accusato recentemente da un tifoso milanista in radio di aver vinto una Coppa Campioni insanguinata. Lo sport deve unire gli italiani, poi certo c’è chi tifa per una squadra o per l’altra, ma sempre con il dovuto rispetto”. E di rispetto delle regole si è parlato nel corso del pomeriggio a Poggioreale dove circa cento detenuti hanno incontrato Tardelli e Fabio Capello, ospiti di Football Leader, evento realizzato in collaborazione con l’Associazione allenatori. I due hanno incontrato, insieme al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, alcuni giovani detenuti nel campetto appena ristrutturato all’interno del carcere, improvvisando dei palleggi e parlando con loro. Poi nella chiesa della casa circondariale l’incontro più ampio, durante il quale Capello ha lanciato un messaggio forte: “Vi sento vicini – ha detto l’ex tecnico di Milan e Real Madrid – dovete avere il coraggio di provare, soprattutto quando si cade. E’ quello che feci io quando a 18 anni mi ruppi il primo menisco e mi dissero che la mia carriera era finita, ho lavorato, anche mentre gli altri erano in vacanza e sono tornato”. Capello ha anche citato un esempio negativo: “Il calciatore più difficile da gestire – ha raccontato – non è stato Cassano, ma Ronaldo. Al Real dopo un infortunio arrivò a novembre che pesava 96 chili. Gli chiesi ‘quanto pesavi quando vincesti il Mondiale in Corea e Giappone?’ Mi disse 84 chili e gli chiesi di scendere almeno a 87, non ce la fece e arrivò al massimo a 94 chili, giocò tre partite e le perdemmo tutte e tre”. Capello ha anche lanciato un messaggio alle istituzioni: “Se fossi ministro dello sport – ha detto – istituirei una giornata dedicata allo sport nelle scuole una volta a settimana, perché attraverso la pratica si crea lo spirito di squadra” e ha invece criticato le scuole calcio “che sono ormai diventate business che non vedo molto bene”.