Sarri: “Non mi sento sazio, vorrei vincere per il nostro pubblico”

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Maurizio Sarri parla alla vigilia della sfida con l’Empoli.

Che possibilità ci sono per il secondo posto?

“Le possibilità ci sono sempre. Dobbiamo fissare obiettivi minimi e settimanali. Ovviamente dobbiamo centrarne il più possibile.

 Mertens  si è alternato da sempre con Insigne. Da 4 mesi è diventato un bomber di razza. Merito di Sarri?

“Solitamente queste sono trasformazioni che accadono nei momenti di necessità. Milik si è infortunato, Gabbiadini ha ricevuto due giornate di squalifica e Mertens è diventato l’attaccante centrale. Ha dimostrato di poter fare questo ruolo”.

Torna ad Empoli dopo un anno è mezzo. Quanto è cresciuto Sarri?

“Penso che in tutte le esperienze ci sia motivo di riflessione e di crescita. Come tipologia di allenatore ero lo stesso pure in serie C, solo che la ribalta era diversa e nessuno se n’accorgeva. Queste sono esperienze in cui fuori dal campo ti scontri con cose diverse e quindi bisogna cambiare qualcosa. Sicuramente sono cresciuto”.

 Ha schierato Pavoletti col Crotone. Come procede il suo  inserimento?

“Parliamo di un attaccante centrale con caratteristiche diverse. Lui deve abituarsi alla squadra e viceversa. Sta crescendo di condizione: non dimentichiamo i suoi infortuni che hanno rallentato la sua forma”.

 Cosa dà Jorginho a questa squadra?

“Ha una qualità di palleggio che ha pochi eguali in Europa. Talvolta giochiamo con un tempo di gioco in meno e quindi in certe partite in cui si apre il campo fatica per tutta la partita. Con il Crotone abbiamo giocato in 50 metri di campo ed è arrivato fino alla fine. In campo aperto Diawara è importante: ci dà accelerazione e resistenza”.

 Preferisce il secondo posto o la Coppa Italia?

“Quando ero giovane mi piacevano le more, poi ho sposato una rossa. Non scelgo nulla. Vorrei finire la stagione alla grande. Siamo cresciuti a livello di mentalità e come organico. I nuovi hanno fatto bene”.

 Questo Napoli è più forte dell’anno scorso?

“Può anche darsi che il valore assoluto del Napoli non sia superiore, ma quello complessivo sì. Abbiamo limitato i danni considerando i tanti problemi accusati nel corso di questa stagione, quindi vuol dire che siamo più pronti”.

 Si può rinunciare alla Champions?

“La Champions è un qualcosa dell’animo, non qualcosa di materiale. Il mio futuro non dipende certo da questa qualificazione. Gli aspetti importanti sono altri: sto plasmando una squadra che mi segue. E’ importante”.

Punterà sulla la velocità dei tre piccoletti oppure Pavoletti ha bisogno di giocare?

“La partita sarà insidiosa, forse è meglio parlarne. Il Napoli non ha mai vinto ad Empoli. Conosco l’ambiente. Quando va in difficoltà, reagisce e quindi non sarà facile. Ho trasmesso queste sensazioni alla squadra. L’Empoli sta proseguendo un discorso cominciato con me e ha fatto scelte importanti”.

Quanto tempo servirà al Napoli per completare il processo di crescita?

“Ci manca ancora qualcosa. E si può aprire un dibattito: alcuni motivi sono sportivi, altri societari. Comunque siamo migliorati: il margine di miglioramento non è del 30%, si è ridotto. Dobbiamo curare i dettagli e se il gruppo ha la testa giusta, possiamo raggiungere quel 7%-8% in più che ci manca per passare dagli 80-82 punti ad 89-90 punti”.

Giocherete nella metà campo dell’Empoli?

“Vedremo se avremo la forza di abbassarli. L’Empoli ha la capacità di reagire a certi isterismi, quindi non so se sia possibile dominare per tutti i novanta minuti. L’Empoli ha un buon palleggio”.

Hysaj ha avuto qualche battuta a vuoto. Come se lo spiega?

“Credo che a certi livelli sia difficile ripetersi quando sei giovane. Probabilmente ha vissuto momenti di tensione e ha pagato. Vedremo se avrà la capacità di stabilizzarsi. Non dimentichiamo che ha 22 anni. E’ un ragazzo giovane che sta giocando competizioni importanti”.

 Lei si sente sazio di questo Napoli oppure spera di conquistare di più?

“Se mi sentissi sazio, andrei a casa. Non lo sono affatto, ho tante motivazioni. I nostri tifosi sono unici: hanno la giusta umiltà e sanno di non poter vincere sempre, ma meriterebbero di farlo. Avrebbero bisogno di vincere più spesso. Ci sono tanti motivi anche non legati al calcio”.

Continuerà a vedere la Champions?

“No, non m’interessa più. Non faccio il tifo per nessuno. Magari la vedrò soltanto per motivi tattici, ma non certo per soddisfazione personale”.