Higuain “mena” l’Inter, Mancini gira “Anche i ricchi piangono”

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VITTORIO RAIO

C’è solo l’imbarazzo della scelta. A chi dedicare la vittoria? A Higuain che ha menato l’Inter? All’Inter che ha fatto come i pifferi di montagna che andarono per suonare e furono suonati? A chi ha cercato di caricare oltremodo Napoli-Inter andando oltre il senso delle parole di Melo sino a sfiorare l’incitamento alla violenza? A tutto il Napoli che, giocando in modo meno spettacolare, diciamo come l’Inter, ha battuto l’Inter? Oppure al meraviglioso pubblico che ha vinto con il Napoli? Dedichiamola a tutti, senza trascurare Mancini che si è lamentato e qualche quotidiano che invece di parlare di lamento dell’allenatore, ha parlato di rabbia.
Dunque, chi è che voleva menare Higuain? Più Melo che la minaccia in realtà non l’ha fatta o gli articolisti della Gazzetta dello Sport che si sono divertiti (sic!) ad esagerare, nella titolazione dell’intervista, certi concetti espressi dal calciatore? Al di là delle possibili colpe, sta di fatto che in campo uno solo ha “menato”. E di brutto. E’ stato Gonzalo Higuain. L’ha fatto nel modo più sportivo, elegante e regolare del mondo. Ha “menato” l’Inter con due reti. Con una doppietta l’ha messa ko e ha regalato la prima posizione in classifica al Napoli e a se stesso il primo posto nella graduatoria dei cannonieri.
Viva Higuain, alla faccia di chi sta soffrendo per la sconfitta dell’Inter, per chi è “costretto” a  celebrare la leadership del Napoli, per chi prevedeva un altro scenario se non altro per autentici interessi editoriali.
E pensare che il Napoli si è seduto sulla poltrona di prima della classe nella serata in cui certamente non ha giocato la sua migliore partita. Come detto, ha giocato come l’Inter ex-capolista. E’ vero che ha comandato il gioco per tutto il primo tempo e per ampi tratti della ripresa; è vero che è andato in vantaggio per 2-0, ma è altrettanto vero che l’Inter nel finale di gara è andata vicinissima sia al 3-1, ma anche al 2-2 nonostante fosse in inferiorità numerica. E Sarri nello spogliatoio ha ammesso che il Napoli ha sofferto nel finale.
Il Napoli, in undici contro dieci, non è stato bravissimo a sfruttare l’uomo in più nella ripresa e in alcuni elementi  è apparso poco lucido, a tratti timidi. Ma guai a lasciarsi condizionare nel giudizio globale da questo finale di gara che non offusca minimamente il successo, nè toglie gioia al primo posto conquistato con il sudore, con sacrifici e con tanto, tanto lavoro. Da De Laurentiis a Tommaso Starace.
Il “pianto” di Mancini per il rosso a Nagatomo. Da Milano e Torino, da tanti anni, accusano i napoletani di lamentarsi, di vittimismo. Poi, alla prima sconfitta, eccoli sbraitare, piangere,  cercare una scusa per giustificare lo stop. Se sei forte, vinci anche in dieci come sosteneva l’immenso Liedholm. Da Milano hanno parlato di rabbia-Inter, di Mancini furioso. No, Mancini ha solo scelto di girare una puntata di “Anche i ricchi piangono”.