Contro la Lazio il Napoli ha confermato di avere due volti: quello della fase difensiva e quello della fase offensiva. Si soffre, spesso e non poco, quando il pallone è in possesso degli avversari; si gioisce e avverti una tensione bella e positiva quando vedi gli azzurri andare all’attacco. Sai che, mal che vada, assisterai ad un’azione travolgente, spettacolare. Al di là se si concluderà o meno con un gol. E nessuno avrebbe potuto prevedere un tale, ottimo rendimento offensivo considerando gli innesti di ben tre pedine sia pure di valore.
Ieri, il Napoli ha vinto, quindi, bene così, viva il Napoli. Si potrebbe dire, sbagliando, ma cosa ci importa se abbiamo preso due gol quando ne abbiamo fatti quattro (proprio come all’andata). Giusto se prendiamo in considerazione solo Napoli-Lazio. Se non altro illogico se questo risultato e il gioco espresso sono lo specchio di una stagione che va a concludersi. Una stagione che ha visto il Napoli soffrire, quasi in ogni incontro, quando c’è stato da difendere la porta di Reina o di Rafael, quando gli avversari troppe volte hanno giocato a tiro… e segno. Perché? Quando è stato varato l’organico del Napoli è stata sottovalutata la fase di non possesso. Ovvero, la squadra ha calciatori impiegati in ruoli non proprio idonei alle rispettive caratteristiche, calciatori non proprio da Napoli in difesa; calciatori numericamente e qualitativamente carenti per il centrocampo ricordando gli impegni in tre manifestazioni: campionato, Champions e coppa Italia. Ovvero, a centrocampo avrebbero avuto (e i fatti, purtroppo, hanno dimostrato che il problema c’è stato) difficoltà a proteggere il reparto arretrato con il solo Behrami a fare vera interdizione.
A tale carenza, più di una volta, si sono aggiunti la mancanza di intensità nei novanta minuti e, nell’arco del campionato, di continuità di rendimento. Al Napoli è mancato in più di un’occasione quello spirito battagliero che contraddistingue Aurelio De Laurentiis. “Io sono un guerriero. Lo sono stato e lo sono tutti i giorni”, ha detto ultimamente il presidente parlando ad alcuni giornalisti. “Nei momenti che contano ciò che fa la differenza è un cuore d’acciaio”, è lo slogan della Gillette. Sottoscrivo.
Quindi, viva il Napoli per la vittoria sulla Lazio che rende più solido il terzo posto, ma anche tanti insegnamenti per il calciomercato che già è iniziato in vista della prossima stagione quando tutto sarà ancora più complicato dovendo il Napoli disputare i preliminari di Champions. E’ vero che, come giustamente scrivono in curva B, il Napoli lo si ama “al di là del risultato”, ma è altrettanto giusto volere ritornare a vincere scudetti e coppe. E per farlo non puoi avere forte e competitiva solo la fase offensiva. Occorrono equilibrio tra i reparti, una migliore fase difensiva, intensità di gioco, personalità e continuità di rendimento. Al momento nel Napoli non sono tali da consentirgli di vincere lo scudetto.