Il Napoli va avanti in Europa, ma “indietro” è da dilettanti allo sbaraglio

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Il Napoli è terzo in campionato; il Napoli è finalista in Coppa Italia con la Fiorentina; il Napoli è approdato agli ottavi di Europa League dopo essere uscito per un gol ( sic!) dalla Champions. Dunque, bravo il Napoli. Qualcuno, ovviamente, non sarà d’accordo perché ritiene che la squadra di Benitez, soprattutto in campionato, avrebbe dovuto fare di più. Al di là dell’altissimo rendimento della Juventus (fortissima in assoluto e protetta quando raramente va in difficolà) e della Roma (complimenti a Garcia che meglio di altri ha capito come si gioca in Italia: il primo comandamento è non prendere gol), a mio avviso, il Napoli sta facendo bene in quanto non dimentico il peccato originale quando è stato varato l’organico nella scorsa estate. Con De Laurentiis che avrebbe voluto fare altri investimenti, Benitez disse: “Contrariamente a quanto è avvenuto a Milano con Moratti, De Laurentiis mi ha accontentato in tutto”. Con l’attuale organico e con gli attuali limiti nella fase difensiva il Napoli difficilmente avrebbe potuto fare di più.

Con l’organico monco e poco omogeneo in difesa e carente a centrocampo, ritengo che Benitez stia facendo bene. Considerando anche un altro aspetto che va al di là dell’organico. Il tecnico non tiene in grande considerazione la fase difensiva. Lo dicono i fatti, lo dicono i risultati, lo dicono soprattutto e spesso alcune sue frasi dopo le partite. Lui pensa solo a segnare un gol in più rispetto agli avversari. Basta? A quanto pare, no. In Italia (lo dimostrano anni e anni di campionati ed anche questo in corso), quasi sempre ha vinto lo scudetto chi ha incassato meno reti. Probabilmente questa fase non è nel dna e nel credo calcistico dell’allenatore spagnolo. Altrimenti dopo lo 0-0 in Swansea-Napoli non avrebbe messo in risalto “non abbiamo preso gol”, ma avrebbe giudicato con maggiore preoccupazione quello che è il tallone d’Achille della sua squadra: la fase difensiva. In Galles il Napoli concesse dieci occasioni da rete a Boni e compagni. Ed anche ieri sera nel ritorno al San Paolo il Napoli ha concesso tanto ai gallesi, ha sofferto, ha sofferto tantissimo. Si dirà: l’importante è aver superato il turno. Giusto, giustissimo, ma nessuno può negare la sofferenza in fase difensiva. Non a caso Reina, dall’alto della sua esperienza, con apprezzabilissima sincerità e con un impeccabile senso dell’equilibrio, ha sottolineato: “Ci è andata bene. Meritavano di passare loro… Fosse finita 1-4 nessuno avrebbe potuto dire niente… Non abbiamo giocato benissimo… “. E non è la prima volta che un calciatore del Napoli fa una giusta autocritica.

Non è pensabile che il Napoli continui a rischiare di prendere gol in ogni azione d’attacco degli avversari. Per evidentissimi limiti dei singoli (nei pochi minuti in cui è andato in campo, anche ieri sera Britos li ha manifestati: Tiendalli stava per battere di testa Reina), per una fase difensiva carente da me evidenziata da prima che iniziasse la stagione. Il centrocampo, in sofferenza numericamente e qualitativamente, protegge poco e male il reparto arretrato e il reparto arretrato o rincula o spesso si apre colpevolmente e concede praterie agli avversari. E ieri sera ne abbiamo avuto altre dimostrazioni. Non a caso da un paio di mesi se ne sono accorti anche tanti ex-calciatori quali Mauro, Costacurta, Panucci, Marocchi, Sosa…

Infine, complimenti, ancora una volta, alla gente del San Paolo. Dopo il gol non segnato da Boni al 67′, il San Paolo ha trascinato il Napoli in avanti al coro “Ragazzi non mollate”. Sono arrivati altri due gol, è arrivata la qualificazione, ma quanta sofferenza per quella maledetta fase difensiva trascurata che già ci ha definitivamente penalizzato nella corsa per lo scudetto. In attacco il Napoli è terrificante; indietro, invece, non si può confidare sempre sugli errori degli avversari o sulle grandi parate di Reina e Rafael. Si gioca a tutti improvvisatori, roba da dilettanti allo sbaraglio. E la colpa non è di De Laurentiis.