Legale Mantice: “Faremo ricorso avverso il Daspo di tre anni. Il mio assistito non ha mai scavalcato le recinzioni. E’ stato uno dei primi a soccorrere Ciro Esposito”

Emilio Coppola, legale di Massimiliano Mantice colpito da Daspo per tre anni: “Il mio assistito ha ricevuto il provvedimento perché ha superato indebitamente i cancelli che delimitano l’ingresso al campo di gioco. In realtà non è andata così: era seduto sopra le cancellate senza mai superarle. Stiamo preparando il riscorso al Tar del Lazio che dovremmo presentare entro 60 giorni. E’ un provvedimento di natura amministrativa, da qui la possibilità di ricorrere al Tar. Il divieto non è soltanto per le partite, ma anche i punti nodali dove potrebbero esserci i tifosi, tipo la stazione, ad esempio. Secondo me, il Daspo è un istituto che ha funzionato poco, il problema della violenza non si è risolto, ma si è acuito. Servirebbe una riforma più organica. Cito solo un particolare: hanno abolito i treni speciali per gli ultras ritenendoli pericolosi, forse erano quelli che facilitavano l’ordine pubblico. Il mio assistito ha risposto agli inquirenti di Roma: è stato quello che ha tenuto Ciro in vita con la respirazione bocca a bocca. Lui era a cinquecento metri dai fatti, è tornato indietro per capire cosa fosse successo. Sulla vicenda ci sono ancora dei punti oscuri, da quello che ho capito non credo che De Santis abbia agito da solo, ovviamente non ho gli elementi per valutare. La trattativa? Io non ho gli elementi per parlarne. Posso dire che ho assistito alla finale di due anni fa e la situazione era ben diversa: parcheggiai a Tor di Quinto e c’erano le navette che ci portavano allo stadio”.